Bentornati nella giungla: Donkey Kong Land tra limiti tecnici e pura inventiva made in Rare
Come già accennato nel mio articolo sulla nuova app dedicata al Gioco di Carte Collezionabili Pokémon, la nostalgia non bussa mai, sfonda direttamente la porta e quando te ne accorgi, è già entrata.
Ironia della sorte, mi è ri-capitato di recente in un frangente che coinvolge nuovamente una serie di videogiochi Nintendo.
Nell'ultimo mese, infatti, Nintendo ha caricato sul suo servizio Nintendo Switch Online tutti e tre i videogiochi della serie Donkey Kong Land, "compagna" tascabile di quei Donkey Kong Country che tanto sorpresero i giocatori in possesso di un Super Nintendo Entertainment System.
Io, all'epoca, avevo solo un Game Boy, e così, una mattina di Natale (tempismo impressionante visto che siamo sotto Natale anche ora), mi ritrovai per le mani una bellissima cartuccia quadrata giallo banana.
Per parlare di Donkey Kong Land, però, bisogna prima parlare del suo "fratello maggiore", Donkey Kong Country: sviluppato da un team di 12 persone (che per l'epoca erano pure tante), e con il fardello della sfida, lanciata da Nintendo, di creare un gioco "graficamente più impressionante di Aladdin" (il film, anche se pure il videogioco non scherzava, in tutte le versioni).
Dopo aver osservato i gorilla allo zoo, e aver decretato che il loro modo di correre non andava bene per un gioco d'azione, motivo per cui Donkey Kong corre come un cavallo (ma di questo e tanto altro parleremo in un'altra occasione), e soprattutto dopo aver sviluppato un modo per convertire la grafica 3D in 2D (di fatto risparmiando un sacco di tempo), Donkey Kong Country vide la luce e fu un enorme successo.
Ma non uscì da solo...
Ma non uscì da solo...
Qualche mese dopo, Donkey Kong Land vide la luce su Game Boy, nell'estate del 1995: lo sviluppo durò un anno, e quello che inizialmente doveva essere solo un port dell'originale per SNES divenne un gioco a sé stante, con nuovi livelli (alcuni dei quali saranno d'ispirazione per quelli dei capitoli successivi dei giochi per SNES), nuovi nemici e alcune differenze di gameplay.
Tra queste, il "cambio di ruolo" delle lettere K-O-N-G sparse per i livelli, che non regalano più una vita extra, ma permettono di salvare il gioco dopo il completamento di un livello se sono state raccolte all'interno di esso, il tutto per rendere il gioco più facile e immediato data la sua natura portatile e, di conseguenza, più incline a partite brevi.
Per quanto notevolmente meno potente, il Game Boy ha una struttura simile al SNES, quindi la "conversione" grafica non fu così complicata; domare la RAM, invece, sì, e per riuscirci dovettero eliminare il secondo personaggio a schermo, quando Donkey Kong e suo nipote Diddy sono entrambi disponibili, e soprattutto realizzare fondali fatti di pochi elementi che si ripetono in continuazione, ma "ben mascherati" perché non diano troppo senso di monotonia all'occhio.
Purtroppo la mancanza di colori rendeva un po' difficile "leggere" personaggi e fondali in certi frangenti, ma il risultato è rimasto comunque eccezionale.
Anche la colonna sonora (straordinaria, come con la versione SNES) dovette adattarsi alle nuove limitazioni tecniche, sfruttando effetti come la ripetizione di alcune note a un volume più basso pochi attimi dopo averle suonate per ottenere un effetto eco, e, di conseguenza, una melodia più "viva" e piena.
Donkey Kong Land vendette quasi quattro milioni di copie di quelle cartucce giallo banana, tra cui la mia, ancora gelosamente custodita: ai tempi non sapevo nulla del personaggio, e non sapevo nemmeno fosse collegato a Super Mario, avevo "solo" perso la testa per la pubblicità di Donkey Kong Country in TV e volevo assolutamente scoprire le avventure di queste coloratissime scimmie.
Rimasi assolutamente esterrefatto dalla spettacolarità del gioco, seppur "ridotto" su Game Boy, e dalla struttura che permetteva di attraversare i livelli a grandissima velocità se giocati bene (particolarità inserita volutamente dagli sviluppatori), nonché dalla simpatia del magico mondo selvaggio di Donkey Kong che poi si sarebbe dimostrata la simpatia "genetica" di ogni titolo Rare o quasi, simpatia che ho potuto apprezzare nuovamente, appena Donkey Kong Land è stato rilasciato su Nintendo Switch Online, perché un altro giro di completamento al 100% era a dir poco necessario.
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