Canto del cigno: Considerazioni finali su Magical Angel Creamy Mami-L'Incantevole Creamy
La fine di giugno 1984 era anche la fine di un'era (e l'inizio di un'altra) sulle tv giapponesi, perché giungeva a conclusione Magical Angel Creamy Mami, da noi estremamente famoso come L'Incantevole Creamy.
Erede spirituale di Minky Momo, Creamy volle puntare a un pubblico nuovo e rinnovato in maniera multimediale, seguendo la scia di Macross ma con uno spirito decisamente più quotidiano e leggero.
Tentativo, da parte dello Studio Pierrot, già, per quanto giovane, estremamente famoso per Lamù, assolutamente azzeccato, per tanti motivi.
In principio c'erano le prime maghette, ragazze magiche in un mondo perlopiù magico; poi venne l'idea di Creamy, dove la magia trova casa in uno scenario più terreno e urbano: i quartieri alla moda di Tokyo, ma a misura di ragazzini, e le luci dello spettacolo dello star system giapponese, con le sue gioie e i suoi dolori.
Inizialmente, i mondi magici la fanno maggiormente da padrone, per mantenere un legame con le abitudini del pubblico, ma appurato che la sperimentazione funziona, e raddoppiato il numero di episodi da 26 a 52 grazie ai grandi ascolti, si poté aumentare lo spazio delle scene di vita quotidiana, di fatto "inventando" il genere delle maghette anni '80.
Per questa ragione, L'Incantevole Creamy risulta essere una serie un po' confusa, in un certo senso, e con troppe anime diverse, ma allo stesso tempo molto coraggiosa e innovativa, soprattutto col senno di poi e tutti i seguiti che ha generato.
Una certa "cautela narrativa" era, infatti, inevitabile, data la forte carica innovativa della serie e il rischio di un flop per manovre troppo azzardate.
Flop che non ci fu, anche alla luce del secondo scopo di Creamy Mami: lanciare la carriera della giovane idol Takako Ohta, doppiatrice dell'eroina in entrambe le sue vesti e cantante delle canzoni della serie, che dopo quest'opera comincerà una carriera (più o meno) attiva tutt'oggi e con più di venti album all'attivo.
Proprio come nelle scene finali dell'ultimo episodio (che in italiano ci siamo persi), quindi, la nostra Yu è cresciuta bene.
Con la sua conclusione L'Incantevole Creamy passa, dunque, alla storia, chiudendo, in un certo senso, un'epoca, e lanciandone un'altra, quella delle maghette "del mondo reale" che inseguono sogni più concreti e servono a lanciare nuove stelle di successo.
Almeno finché non cominceranno a combattere il male, ma questa è un'altra storia.
Grazie, dunque, Creamy, per aver spianato la strada per uno dei generi anime più popolari degli anni ottanta, sia in Giappone, che qui da noi.
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