E chi chiamerete? Ghostbusters
Dan Aykroyd viene da una famiglia particolare: il padre ha scritto il libro A History of Ghosts, la madre afferma di aver visto dei fantasmi, suo nonno ha fatto esperimenti con le onde radio per contattare i morti e la bisnonna era una medium.
Ecco perché, quindi, un giorno gli è balzata nella mente l'idea dei Ghostbusters, avventurieri al servizio del cittadino contro le inconvenienze dell'oltretomba: inizialmente il film avrebbe dovuto avere un mood un po' più serioso, un'ambientazione cosmica, e un gruppo di eroi in giro per lo spazio e il tempo a dar la caccia agli spiriti, e un diverso team di attori coinvolti: lui, Eddie Murphy e John Belushi.
Proprio la scomparsa di Belushi si tramutò, ovviamente, in un grosso ostacolo per la produzione del film (Aykroyd lo venne a sapere proprio quando stava scrivendo una battuta per lui, per Ghostbusters), senza contare che l'idea iniziale avrebbe richiesto un budget a dir poco astronomico, eppure, nonostante queste gravi difficoltà, ne è venuto fuori un super classico: vediamo come...
Reclutato Ivan Reitman come regista e cambiato il setting in uno più realistico e terrestre, caratterizzando i Ghostbuster come dei disinfestatori del paranormale appena messisi in società (nei primi anni '80, negli Stati Uniti, era frequente che venissero aperte nuove attività), entra in scena Harold Ramis come co-sceneggiatore, unendosi poi anche alla banda di avventurieri come Egon (il cui look fu ispirato dalla copertina di un giornale di architettura astratta, e il cui nome e cognome vennero ideati da Ramis stesso ispirati a un suo compagno di scuola di origine ungherese e da uno storico tedesco).
Ottenuto l'ok dalla Columbia per l'inizio della realizzazione del film, restava però un ostacolo: il nome Ghostbusters era già occupato, di proprietà della Universal, per via di uno show per bambini degli anni '70.
Il dirigente della Columbia Frank Price, che aveva concesso la realizzazione del film, lasciò la compagnia poco dopo l'inizio della collaborazione, passando alla...
Universal, e vendendo così il titolo a Columbia senza troppi problemi.
Tuttavia, dato il successo del film, un paio d'anni dopo la serie anni '70 ottenne un sequel animato: sono i famosi "Ghostbusters della Filmation", ed ecco spiegato perché esistono due franchise diversi con lo stesso nome.
Sigourney Weaver stupì tutti, in fase di provino, perché era famosa per ruoli più seriosi, come Alien, ma aveva un grosso background comico grazie alla sua scuola di recitazione: durante l'audizione si mise a quattro zampe ululando come un cane, e fu proprio da questa base che le venne l'idea per la possessione del suo personaggio, Dana; questo aiutò molto anche la fase di sceneggiatura, visto che diede ai protagonisti interessi più personali nella battaglia contro Gozer il Gozeriano.
Per quel che riguarda il leggendario Uomo della Pubblicità dei Marshmallow, l'idea iniziale fu di Aykroyd, e una delle prime idee che ebbe per il film, disegnato da un suo amico come un mix dell'omino Michelin e di un'altra mascotte americana, Pillsbury Doughboy.
Per la scena della sua esplosione vennero utilizzati 34 chili di schiuma da barba, dopo che i precedenti 68 mandarono k.o. uno stuntman.
Dall'essere la commedia più costosa della sua epoca, Ghostbusters divenne il secondo film con maggiori incassi del 1984, e il trentasettesimo film di maggiore incasso di sempre, ma soprattutto, divenne un immortale cult.
Come la sua canzone portante, il brano omonimo di Ray Parker Jr. che fa da portabandiera di una colonna sonora, in generale, solidissima: venne accusata di plagio da Huey Lewis and the News per la somiglianza (soprattutto nel giro di basso e tastiera) con il brano I Want a New Drug del 1983, ma la cosa venne patteggiata nel 1985; anche Harvey Cartoons denunciò la produzione del film, dicendo che il fantasma dell'iconico logo fosse un plagio al personaggio di Ciccia (Fatso) di Casper, chiedendo 50 milioni di dollari e la distruzione di tutte le copie del film.
Non vinse, ovviamente.
Moltissimi film hanno omaggiato, citato e fatto riferimento al primo, mitico Ghostbusters: uno tra tutti The Avengers, con la celebrazione finale per le strade ispirata, appunto, alla scena finale della prima avventura degli acchiappafantasmi.
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