1983: Pop Bomb

 Dopo troppo tempo, torniamo a tirare le somme su un anno appena conclusosi nel nostro grande progetto di "esplorazione" della cultura pop mondiale degli ultimi quarant'anni: il 1983 è giunto a conclusione, e con essa giunge la necessità di realizzarne un'ultima analisi prima di gettarci nello scoppiettante 1984: com'è stato e cosa ha caratterizzato il 1983?
La risposta è tanto semplice quanto bisognosa di approfondimento: il 1983 è stato una bomba di cultura pop.

Partiamo dalla televisione Made in USA: nel giro di un anno, i tubi catodici statunitensi hanno visto ben due stagioni del mitico A-Team, serie televisiva che ha definitivamente consacrato il mito di Mr. T, e la cui popolarità generale fu incredibile, e lo rimane tutt'oggi.
Parlando di militari, non si può non citare G.I. Joe, che insieme a He-Man e i Dominatori dell'Universo si dà il cambio con le concluse serie televisive Marvel diventando una vera e propria icona pop del decennio.
In tutto questo ambiente patriottico (sono gli anni di Reagan, in fondo), peraltro, e sempre parlando di grandi icone pop del decennio, non si può sorvolare sul fatto che la stella di Hulk Hogan stava diventando sempre più brillante, dopo aver vinto un importante incontro con Antonio Inoki in Giappone, e preparandosi a diventare l'eroe di milioni di fan negli anni a venire.

A proposito di Giappone: anche nella terra del Sol Levante il 1983 ha portato diverse icone, televisive e a fumetti.
Kiss Me Licia non sarà famoso da loro come lo è da noi, ma è decisamente iconico per quel decennio, soprattutto dal nostro punto di vista di avidi fruitori di Bim Bum Bam, come pure Nanà Supergirl, che si dà il cambio con la "sorella" Pollon, e soprattutto L'Incantevole Creamy, punto di arrivo di una lunga serie di operazioni di marketing legate alla casa discografica Kitty Records e alla sua parente "animata" Kitty Films, un percorso che passa attraverso Lamù e Miyuki; ma anche il punto di partenza del grande filone delle maghette dello studio Pierrot.
Dal punto di vista delle trasposizioni animate dei manga della celebre rivista Shonen Jump, viene calato un poker non da poco: dopo anni di estrema riluttanza cancellati dal successo di Dr. Slump & Arale, giungono sugli schermi Kinnikuman, Stop!! Hibari-kun!, Occhi di Gatto e Holly e Benji/Capitan Tsubasa, mentre sulle pagine stesse di Jump comincia la leggenda di Ken il Guerriero.

Da un personaggio manga ispirato agli eroi del cinema, a eroi del cinema veri e propri: il 1983 ha visto concludersi la saga di Star Wars, ma ha anche visto la nascita di Flashdance, film la cui colonna sonora ha messo a ferro e fuoco le classifiche di tutto il mondo (What a Feeling è apparsa ai primi posti delle classifiche americane, inglesi, italiane e giapponesi, tre continenti su cinque e sono sicuro che anche gli altri due erano belli presi), cosa che preannuncia un altro grande successo visivo e musicale, avvenuto in autunno: l'incredibile notorietà del video di Thriller di Michael Jackson, che ha cambiato per sempre il mondo della musica in TV proprio grazie a un regista cinematografico, John Landis.

Balziamo dai lupi mannari ballerini a un lupo scemo, ma simpaticissimo: in Italia, infatti, Lupo Alberto di Silver vede finalmente il debutto di un giornale mensile dedicato, mentre Topolino comincia a dedicare più spazio agli autori italiani e ai personaggi tradizionali del mondo dei topi e dei paperi, lasciando un po' da parte i personaggi più "esterni" come i Tre Porcellini o Bambi.
Nonostante uno scivolone atomico che dava per defunti i cartoni giapponesi a vantaggio dei Puffi lo stesso anno in cui nascono quattro grandi re dell'animazione nipponica in Italia come i già citati Occhi di Gatto, Creamy, Kiss Me Licia e Holly e Benji/Capitan Tsubasa, Topolino si rifà dedicando numerose pagine ai tornei di videogiochi Atari, ultimo barlume di un'epoca in declino mentre, al di là del Pacifico, il Nintendo Entertainment System (o, come lo chiamano loro, Family Computer) si preparava a settare un nuovo standard per le console da casa, e le olimpiadi di Track & Field by Konami davano un po' di respiro a una realtà arcade un po' in difficoltà, ma pronta a ripartire verso nuove vette qualitative e quantitative.

Il 1983 è, dunque, il risultato di tanti ingredienti mescolati insieme in un grande calderone creativo, che portano un'esplosione di prodotti iconici per mille e mille motivi diversi: c'è chi è meraviglioso dal punto di vista tecnico come Occhi di Gatto, chi tecnicamente ha i suoi problemini ma ha un look terribilmente al passo coi tempi e una leggenda come Paul Dini (Batman: The Animated Series) tra gli sceneggiatori come He-Man, ci sono "colpi sicuri" come Kinnikuman (forte di una serializzazione su Shonen Jump tra le più apprezzate del periodo) e G.I. Joe (forte di un enorme appoggio dai mitici creativi della Marvel e di una realizzazione tecnica di matrice nipponica) e azzardi come Holly e Benji (il calcio, prima di loro, non era affatto popolare in Giappone, ma grazie alla miriade di colorati giocatori e gesti atletici improbabili della serie lo diventerà) e Ken il Guerriero (profondamente diverso dall'atmosfera da commedia romantica tipica dei manga "di moda" in quegli anni), ci sono brillanti "meteore" come Stop!! Hibari-kun! e leggende eterne come il Nintendo.

Un anno profondamente intenso, ma che dà il via alla parte più colorata e vivace della decade, che ha ancora tante, tantissime frecce al suo arco, e nel 1984 prossimo venturo, ne scaglierà già numerose, soprattutto dal punto di vista cinematografico.
E, a proposito di cinema, in chiusura d'articolo cito il grande Richard Donner, regista di Ladyhawke e di Superman, recentemente scomparso ma che in questi lidi farà la sua comparsa ancora tante, tante volte.

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