80s Report, parte 2: seconda settimana

Siamo giunti gloriosamente al secondo report settimanale del nostro fantastico viaggio nel tempo alla ricerca dei punti focali della cultura pop degli ultimi trenta (quasi quaranta cacchio) anni, e nel giro di una settimana ci siamo quasi completamente giocati il febbraio del 1980.
Saltiamo la parte in cui facciamo battute che tanto è il mese più corto, e analizziamo un po' di cose che abbiamo visto questa settimana.

Fumetti

Sicuramente, la storia più importante letta questa settimana è il debutto di She-Hulk con relativo ritorno di Stan Lee al lato creativo della Marvel: il personaggio riesce nel non facile compito di differenziarsi dalla sua controparte maschile, per quanto riguarda la caratterizzazione e il background, e le potenzialità sono enormi e verranno, come sappiamo, sfruttate a dovere.
Altro evento estremamente importante è la prima apparizione della Regina Nera del Club Infernale, seppur per un attimo, sulle pagine degli X-Men, segno che la saga di Fenice Nera sta finalmente cominciando sul serio, senza contare il debutto di Dazzler, personaggio che negli anni ottanta godrà di grandissima popolarità.
Oltre a Stan Lee, si palesa anche Steve Ditko, sulle pagine di Machine Man, scritto, come tre quarti degli albi Marvel dell'epoca, da Marv Wolfman.
Come ultime note, Thor parte alla ricerca dell'occhio perduto di Odino (sì, quello della benda) perché pare contenga tutta la conoscenza di Odino stesso, e dunque permetta al Dio del Tuono di scoprire un certo segreto sul suo passato, e apparentemente il Punitore scopre l'identità segreta dell'Uomo Ragno dopo che i due hanno debellato un manipolo di criminali, e Frank vede le foto della battaglia sul giornale, pur essendo sicuro che in quell'appartamento Peter Parker non c'era...
Panico, ma pure un po' potenziale figura da fesso per l'eroe della Marvel, o della Sony, o metà e metà, dipende dal media.


Musica

E a proposito dell'Uomo Ragno, supereroe che viene dal Queens, vengono dal Queens anche i Ramones, di cui è uscito l'album End of the Century, tentativo del gruppo di guadagnare un po' più di popolarità nel grande pubblico.
Riuscendoci, in un certo senso, al prezzo di ritrovarsi a registrare un brano totalmente fuori dalle loro corde come Baby, I Love You sotto la minaccia armata del loro produttore (letteralmente, pare).
Al prezzo anche di un po' del loro spirito, visto che in molte tracce suonano "stanche", anche e soprattutto perché erano esausti gli stessi membri della band, dato che il produttore di cui sopra li costringeva a ritmi assurdi.
Abbiamo visto debuttare anche Bryan Adams con l'album omonimo, ancora un po' acerbo ma sicuramente impregnato di quell'anima rock che lo accompagnerà per il resto della sua carriera.
Infine, mi sono sentito di aggiungere un'ulteriore classifica di Spotify, basata sulla top 40 americana di Billboard, perché presenta alcune importanti assenze delle altre due classifiche.

Guardate che bellino

Wrestling

Alla AJPW e alla WWF si è aggiunta prepotentemente anche la seconda federazione giapponese a venire analizzata nel mio viaggio negli anni ottanta: la New Japan Pro Wrestling, la più famosa ancora oggi tra quelle della terra del Sol Levante.
Con il mitico Antonio Inoki (ne parlerò presto) a fare da guida, la New Japan si presenta un po' più dinamica e moderna della collega All Japan.
Il tutto, mentre in WWF la rivalità tra Bruno Sammartino e Larry Zbyszko si accende sempre di più.

Col passare del tempo, aumentano anche le "fonti" coinvolte, e se nei giorni passati si è aggiunta la musica, presto sarà la volta dei...
Manga!
Restate, dunque, sintonizzati per continuare ad analizzare e scoprire il meraviglioso mondo dei decenni passati insieme a me e ai miei studi.

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