Lusso sulla neve: Vacanze di Natale, di Carlo Vanzina

Ogni filone, anche il più interminabile, ha il suo inizio, e così anche il mito cinematografico "odi et amo" del Cinepanettone nasce da qualche parte: nel 1983, con questo primo Vacanze di Natale diretto da Carlo Vanzina, e interpretato da un gruppetto di miti attuali e futuri del cinema, e soprattutto della commedia, del nostro paese.

Come nasce, dunque, il capostipite di un genere tutt'oggi ancora attivo e di successo?

Sullo sfondo di Cortina D'Ampezzo, si intrecciano le vicende di diverse coppie, famiglie e personalità tipiche dell'Italia della ripresa anni '80: altoborghesi, come la famiglia di Roberto (Christian De Sica), tornato da New York con una bellissima modella come fidanzata ed un segreto da nascondere ai genitori; la famiglia del giovane Mario (un appena ventenne Claudio Amendola), borgataro figlio di un macellaio che è riuscito miracolosamente a pagarsi una vacanza a Cortina; Ivana (Stefania Sandrelli) e Donato (Guido Nicheli), coppia sposata di benestanti milanesi; il tutto sotto lo sguardo attento di Billo (Jerry Calà), pianista "sciupafemmine".

Il film vuole essere una rappresentazione senza critica né morale (in un certo senso "verista", se si vuole accostare questo termine a una commedia all'italiana, genere che comunque sa avere una sua dignità) della situazione sociale ed economica italiana nel 1983: con l'economia in ripresa, accanto ai vecchi benestanti, nuovi imprenditori cominciavano un'autentica scalata gerarchica, mentre anche le categorie più basse potevano permettersi un po' di respiro e qualche lusso.

Questo "melting pot" culturale ed economico è perfettamente rappresentato dalla presenza, nella stessa pellicola, di due miti del cinema leggero italiano profondamente diversi come il "cumenda" Guido Nicheli e il "burino" Mario Brega, nel ruolo del padre di Mario.

Non si tratta, dunque, di una commedia fine a sé stessa, ma di un film che rappresenta il suo paese, in maniera imparziale ma senza nasconderne vizi e, perché no, virtù, incastonato nel periodo storico in cui è stato prodotto.

Qualcosa che non è cambiato da questa versione più "asciutta" a quelle più recenti è la colonna sonora fortemente ricca e "contemporanea", incredibilmente abile nel contribuire a rendere attuale il film.

Moonlight Shadow di Mike Oldfield, Amore Disperato di Nada, Paris Latino dei Bandolero, I Like Chopin di Gazebo e Nell'Aria di Marcella Bella sono solo alcuni dei brani, presi di peso dalle classifiche italiane e internazionali dell'ultimo anno, che fanno bella figura in quasi ogni scena della pellicola, rendendola anche una sorta di enorme ritratto pop dell'epoca, oltre che un ritratto sociale.

Alcuni brani cantati da Jerry Calà, nel suo ruolo di pianista showman, vivranno una seconda giovinezza grazie a questo film, come la celebre Maracaibo di Lu Colombo.

Il capostipite di un filone sostanzialmente infinito manca dunque di molta di quella leggera comicità demenziale che caratterizzerà i suoi innumerevoli seguiti, ma non manca di realizzare un ritratto asettico di una società in cambiamento sociale ed economico, con nuovi vizi, nuove virtù e sempre tanta, tanta voglia di vacanze.

Commenti

Post più popolari