Sangue bollente tra le vette innevate: Ginga: Nagareboshi Gin Capitolo 1
Nel nevoso novembre nipponico del 1983, una nuova serie vedeva la luce sulle pagine di Weekly Shonen Jump, una serie decisamente inusuale perché, anziché esseri umani, ad esserne protagonisti erano dei cani.
Stiamo parlando di Ginga: Nagareboshi Gin, conosciuto in alte parti del mondo anche come Silver Fang, una storia di formazione d'altri tempi con protagonista un akita di nome, appunto, Gin.
Le vicende del coraggioso cucciolo di cane avranno un grande successo in patria e all'estero, ma partiamo dall'inizio, visto che siamo, appunto, all'uscita del primo capitolo.
Padre e figlio, nonno e nipote, nascita e morte: i legami di sangue del grande cerchio della vita che fanno da spina dorsale alla serie sono al centro della scena già dalle prime pagine.
Una cittadina di montagna giapponese è minacciata dalla presenza di un mostruoso orso inferocito di nome Akakabuto (Elmo Rosso, per via dei peli rossi che ha sulla testa e sulla schiena), già ferito a un occhio (e per questo impazzito) da un cacciatore anni e anni prima.
Quello stesso cacciatore, oggi un nonno anziano, si appresta a finirlo insieme al suo fido cane da orsi, mentre suo nipote assiste alla nascita dei cuccioli di quello stesso cane.
Uno di questi è un bellissimo cucciolo dal pelo argentato, che viene battezzato Gin: mentre la ferocia di Akakabuto si abbatte sul cacciatore e sul suo cane, il giovane e il suo neonato cagnolino non sanno che il loro destino sarà indissolubilmente legato a quel terribile orso...
L'autore del manga, Yoshihiro Takahashi, era in giro già dagli anni '60, ma avrà il suo primo grande successo proprio con Ginga: Nagareboshi Gin; non solo in patria, ma anche all'estero, e in particolare in diversi paesi del nord Europa.
Takahashi trovò ispirazione per quest'opera da un articolo di giornale di qualche anno prima, in cui si narravano le vicende di un gruppo di cani che, abbandonati i loro padroni, si rifugiarono sulle montagne per vivere allo stato selvatico.
Una particolarità della serie è "l'intelligenza" dei cani, in grado di comunicare tra loro con veri e propri dialoghi, ma anche consapevoli di concetti "complessi" come la cornea dell'occhio, o il funzionamento di un camion.
Insieme a Ken il Guerriero, e affiancato presto da altre serie fondamentali, Ginga: Nagareboshi Gin sarà un manga cardine di Weekly Shonen Jump per lungo, lungo tempo.
Commenti
Posta un commento