Il punto d'incontro tra l'Uomo Tigre, i Super Robot e i Pokémon: Plawres Sanshiro, Episodio 1

 Fare archeologia d'animazione, a volte, porta a scoperte sorprendenti, soprattutto per quel che riguarda idee, innovazioni, corsi e ricorsi storici.

Prendiamo, ad esempio, l'anime che da oggi fa parte della grande famiglia di Turtime Machine, e così sarà fino alla sua conclusione: si intitola Plawres Sanshiro, e molto probabilmente lo conoscono in ben pochi.

Si tratta di una serie animata, ispirata al manga omonimo di Jiro Gyu, che trascende le pieghe del tempo e finisce per sembrare molto più giovane di quella che è, gettando i semi per enormi successi proiettati almeno una quindicina d'anni in avanti...

Sanshiro è un ragazzo appassionato di PlaWrestling, una disciplina molto particolare: i partecipanti assemblano con varie parti meccaniche dei robot da combattimento in grado di stare in una mano, e poi, controllandoli tramite dei computer, li fanno lottare in incontri di wrestling vero e proprio su ring appositi.

Il PlaWrestling è un'attività molto amata e famosa, tanto da avere una federazione tutta sua, con un campione e tanti agguerriti sfidanti.

Sanshiro ha assemblato un robot di nome Juohmaru, e passa le sue giornate a studiare come potenziarlo, trascurando il judo su cui suo nonno vorrebbe si concentrasse.

Il primo episodio di Plawres Sanshiro lascia decisamente sorpresi, non tanto per un inizio chissà che dirompente o una trama particolarmente elaborata, ma per il suo essere in larghissimo anticipo sui tempi: serie così, con protagonista un ragazzino, possibilmente armato di cappellino, e il suo fido piccolo compagno d'avventura, con cui lanciarsi alla conquista di un qualche successo agonistico, o di avventure "a fin di bene", sarebbero diventate celebri solo a fine anni '90, e vedere un'idea del genere nel 1983 sorprende.

Soprattutto se, a una forte componente "futuristica", si accompagnano degli elementi marchiati a fuoco nell'anima delle serie giapponesi del passato: vedere i robot lottare su un ring, saltando e calciando come Naoto Date, è praticamente una forte commistione degli anime più importanti degli anni '60 e '70.

Dal solo primo episodio non si può dire con certezza, ma l'impressione data è che Plawres Sanshiro, nel suo piccolo, sia una sorta di "congiunzione" tra ben quattro decadi diverse di animazione giapponese: gli anni '60 dell'Uomo Tigre, gli anni '70 dei Super Robot, gli '80 in cui è nato e i '90 in cui nasceranno i Pokémon e altre serie che a Plawres Sanshiro devono molto.

E non è completamente frutto del caso: il regista di questa serie, infatti, Kunihiko Yuyama, sarà poi regista della serie animata di Pokémon che tanto bene saprà riadattare le atmosfere dei videogiochi, videogiochi creati da chi, probabilmente, con Plawres Sanshiro ci è anche un po' cresciuto, o comunque era bambino all'epoca della trasmissione.

Forse allora è vero, che i contrasti generazionali tra cartoni giapponesi non hanno molto senso di esistere: per quanto diversi nell'aspetto, nello stile, nell'impostazione, l'anima rimane sempre quella, ed è particolarmente palese in questo bizzarro, misterioso anime che parte dall'Uomo Tigre e Jeeg (che però era molto più alto dei robot qui protagonisti) per guardare lontano, verso Pikachu, Jigglypuff e colleghi.

Il mondo dell'animazione giapponese non smette veramente, veramente mai di sorprendere.

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