Sanremo 1983: luci, fiori e arrabbiature

 Un po' croce e un po' delizia nazionale, il Festival di Sanremo è sempre stato e, si suppone, sempre sarà un punto fermo tra gli appuntamenti televisivi annuali italiani, catalizzando, nel bene e nel male, le attenzioni della gran parte del pubblico italico "da divano".

L'edizione 1983 si dimostra, in un certo senso, una giostra di emozioni, sia per alcune celebri canzoni in gara, sia per via di eventi "esterni", ma anche un'edizione con alcune sperimentazioni importanti.
Vediamo il tutto più nel dettaglio.

Cominciamo dalla fine, dalla classifica, quindi, finale, con i primi cinque classificati:

1° posto: Tiziana Rivale-Sarà quel che Sarà

2° posto: Donatella Milani-Volevo Dirti

3° posto: Dori Ghezzi-Margherita non lo Sa

4° posto: Matia Bazar-Vacanze Romane

5° posto: Toto Cotugno-L'Italiano

La vittoria di Tiziana Rivale è sicuramente il punto più alto della sua carriera, ma anche l'inizio della discesa, dato che il singolo non avrà particolarmente successo e piano piano la sua presenza nel panorama musicale si affievolirà.

Per la prima volta nella storia della kermesse, alla classifica della giuria si affianca quella popolare, con una versione sperimentale del voto da casa legato al concorso Totip: non si tratta di una classifica ufficiale, ma di una semplice "curiosità" per vedere le differenze di opinioni tra giuria e pubblico.

Questa classifica vedeva trionfare Toto Cotugno e, di contro, Tiziana Rivale classificarsi solo ottava.
L'idea si rivelerà affascinante, e verrà trasformata nel sistema di graduatoria ufficiale dall'anno successivo fino al 1989.

Questa fu, però, anche un'edizione con degli inconvenienti e scelte spiacevoli varie.
In primis, come avrete sicuramente notato in questo post non ci sono foto vere e proprie dell'evento: questo perché, per alcune scelte spiacevoli di struttura del palco e di permessi, ai fotografi venne resa la vita assai difficile, e questi, di tutta risposta, scioperarono, rendendo le fotografie di questa edizione estremamente rare se non inesistenti.

Un'altra scelta particolare fu quella di non prevedere l'orchestra: i cantanti si sarebbero esibiti dal vivo con base preregistrata in sottofondo.
La pessima acustica di quell'edizione però creò dei fastidiosi effetti eco, motivo per cui si decise di dare ai cantanti la possibilità di esibirsi in playback nell'ultima serata.
Questo, però, causò un grave contrattempo a una giovane cantante: durante l'unica esibizione di Sibilla, venne mandato il playback al posto della base musicale, e questa si trovò costretta a cantarci sopra, finendo per avere numerose difficoltà e stonare.

Ultima ma fondamentale, la controversia legata all'esibizione finale di Vasco Rossi: in polemica con l'organizzazione, il rocker abbandonò il palco durante l'ultima serata, mentre stava cantando, rivelando che gli artisti erano tutti in playback.

La rabbia del rocker rende ancora più emblematico il post-Sanremo: il suo brano, Vita Spericolata, diventerà una delle canzoni simbolo della musica italiana, nonostante al Festival si fosse piazzata penultima, e la carriera della vincitrice sarà, invece, breve e piuttosto opaca.
Ma a questo, Sanremo, in fondo, ci ha abituati.

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