Luci e ombre della tecnologia: considerazioni finali su Dai Sentai Goggle-V
Dopo quasi sei mesi (dannate lungaggini da pandemia generale), giunge al termine Dai Sentai Goggle-V (V nel senso di Five), serie del genere supereroistico giapponese che ha tenuto banco per tutto il 1982 nipponico.
Le avventure di Kenichi, Kanpei, Saburo, Futoshi e Miki contro il malvagio impero Deathdark si concludono, ed è quindi il caso di tirare le somme su questa cinquantina e passa di episodi all'insegna di mostri da far esplodere e pose da, uh, posare.
La prima cosa a saltare all'occhio è che le iper affascinanti civiltà antiche da cui prendono spunto i cinque eroi protagonisti non hanno la benché minima influenza all'interno della storia: vengono nominate all'inizio, e poi ciao.
Le armi e l'equipaggiamento dei protagonisti sono più legati alla ginnastica ritmica che ad altro, e anche il robot gigante Goggle Robo è formato da tre mezzi di trasporto combinati e nulla più.
Il fascino esotico derivante da queste antiche civiltà (in contrapposizione con lo scopo stesso della squadra, garantire un uso positivo della tecnologia verso il nuovo millennio in avvicinamento) rimane, dunque, sullo sfondo.
Di contro, il concetto di base, cioè la contrapposizione dell'uso saggio della tecnologia del Future Science Laboratory e quello sconsiderato dell'impero Deathdark, rimane saldo dall'inizio alla fine, portando le due fazioni a scontrarsi su temi come l'uso delle risorse non rinnovabili e l'inquinamento.
Una tematica importante per l'epoca, soprattutto in un Giappone in cui l'avanzamento tecnologico era veramente a velocità spaventosa.
No dai, mettiamo la scena intera
Notare il saggio uso del replay.
Uno dei difetti maggiori di Taiyou Sentai Sun Vulcan, cioè la scarsa incisività dei protagonisti, viene però qui perfettamente sanato: i cinque eroi sono caratterizzati nel dettaglio, e ognuno di loro ha un notevole spazio all'interno della storia, dal punto di vista delle puntate dedicate; questo permette di affezionarsi molto di più al team, e quantomeno renderlo maggiormente ricordabile, e non solo per il personaggio "comico" di turno.
Per quanto ben poco dotata del "fascino esotico delle antiche civiltà" che prometteva all'inizio, Goggle-V si dimostra divertente e attenta all'attualità dei suoi tempi: se è vero che alcune paure della tecnologia erano più vicine a miti da film di fantascienza che a probabili realtà, è anche vero che l'inseguimento del progresso a tutti i costi può essere dannoso, per tutti.
L'importanza della scienza e la sua lama a doppio taglio sono due concetti che vanno a braccetto e che è sempre bene ricordare, e Goggle-V, seppur con quasi quarant'anni d'anticipo, lo fa egregiamente.
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