Un balzo nel futuro: Tron

Talvolta, capita che un'opera venga definita "troppo avanti per i suoi tempi", che includa concetti o idee difficili da comprendere al momento dell'uscita, ma che faranno sentire la loro influenza e le loro idee negli anni, decenni a venire.
Tron può benissimo rientrare in questa categoria, offrendo idee e tecniche che, tutt'oggi, vengono riproposte, rielaborate e potenziate in pressoché ogni media.
Per quanto non sia mai stato un grande successo al botteghino, o di critica, il suo immaginario ha infatti acceso tante lampadine nelle geniali menti di numerosissimi creativi successivi, generando moltissime opere di pregevole fattura.
Ed Dillinger è un ricco uomo d'affari che, in un futuro più o meno prossimo, si è dedicato perlopiù allo sviluppo della tecnologia, e ha ottenuto gran parte del suo successo grazie al videogioco Space Paranoids.
Tuttavia, Dillinger ha rubato l'idea all'ex collega Kevin Flynn, che ora gestisce una sala giochi, ma sta segretamente cercando di entrare nel database della sua ex azienda per rivelare la sua paternità del gioco.
Quando lui e due suoi amici, anch'essi dipendenti di Dillinger, cercano d'intrufolarsi nell'azienda, però, le azioni del sempre più potente e malvagio programma di protezione dati aziendale, il Master Control Program, o MCP, fanno sì che Flynn si ritrovi catapultato nel mondo digitale, dove le azioni di programmi e videogiochi hanno vita propria e funzionano come un regno governato da un terribile dittatore: proprio l'MCP.
Tutto nasce nel 1976, quando Steven Lisberger, ai tempi animatore in uno studio privato, e successivamente regista e sceneggiatore di Tron, vide il leggendario Pong in azione per la prima volta.
Folgorato dal mondo dei videogiochi, Lisberger si vide passare tutto il concetto del film davanti agli occhi, volendo portare su schermo la meraviglia dell'intrattenimento elettronico, ai tempi nascente: non a caso, nel film i guerrieri virtuali combattono lanciandosi dischi e rispedendoli al mittente.
Il suo intento era quello di aprire il magico mondo dei computer al grande pubblico: la sua pellicola sarebbe andata oltre, definendo la rappresentazione di realtà digitale nei media extra-videoludici.
Inizialmente, Tron sarebbe dovuto essere un film d'animazione tradizionale; tuttavia, alcuni articoli preliminari sul progetto catturarono l'attenzione di Alan Kay, scienziato informatico, che ai tempi stava lavorando alle prime immagini interamente digitali, generate al computer.
Dopo essere stati rimpallati da numerosissime aziende, i nostri eroi vengono appoggiati dalla Disney, ai tempi intrigata dall'uso di nuove tecnologie e dalla sperimentazione.
La Disney propose di mescolare animazione tradizionale, animazione 3D e live action, e l'offerta venne accolta; nessun animatore Disney, però, lavorò al progetto, sospettosi verso questi elementi esterni insolitamente collaboratori della casa del Topo.
Realizzare elementi in computer grafica non fu affatto semplice, perché se il disegno computerizzato già esisteva, l'animazione computerizzata no: fu quindi necessario realizzare animazioni di fotogramma in fotogramma, cosa che richiese una mole di lavoro immensa.
Gran parte delle scene nel mondo digitale vennero girate in ambienti completamente neri, per poi essere ritoccate in post produzione.
Per quel che riguarda, invece, il design del mondo digitale, venne chiamata in causa una leggenda: Jean Giraud, fumettista ben più noto come Moebius.
Il film avrebbe dovuto raggiungere le sale cinematografiche a Natale, ma venne preferita un'uscita anticipata per andare contro il Brisby del "traditore" Don Bluth.
Scelta che, in realtà, si rivelò infelice, visto che il Tron si trovò anche a vedersela con successi come Blade RunnerStar Trek II e soprattutto E.T..
Non ne uscì troppo bene al botteghino, anche se riuscì a riprendersi un po' grazie al merchandising e alle uscite in home video.
Anche la critica si divise, apprezzandone l'immaginario ma non la trama un po' priva di mordente.
Tuttavia, le sue idee straordinarie influenzeranno tutto ciò che sarà "futuristico" da lì in poi, e ispirerà grandi autori come John Lasseter.
Il film venne inoltre rifiutato alle nomination per gli Oscar per i migliori effetti speciali, perché, secondo la giuria, usare il computer per gli effetti speciali era un po' come barare.
Se sapessero.
E se sapessero pure che, ancora oggi, la gente fa avanti e indietro dal mondo digitale.
Soprattutto in Giappone ai primi d'agosto.

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