Come lacrime nella pioggia: Blade Runner
Non c'è dubbio che il genere fantascientifico fosse particolarmente prolifico nel 1982: durante la stagione estiva, nel giro di un mese uscirono un nuovo Star Trek, E. T. e questo Blade Runner, pellicola di Ridley Scott destinata a diventare un cult.
In un futuro distopico in cui la distinzione tra uomo e macchina è diventata sempre più impercettibile, la differenza tra realtà e finzione, tra bene e male, tra giustizia e tirannia diventa sempre più sfocata.
Nel 2019 (ahem...), la colonizzazione spaziale ha spinto l'uomo a creare umanoidi artificiali, chiamati "replicanti", per coprire le mansioni più disparate.
Alcuni replicanti, però, dopo un certo periodo di tempo cominciano a sviluppare emozioni umane, e per questa ragione iniziano a ribellarsi.
Il lavoro dei "blade runner" è proprio quello di trovare i replicanti ribelli e terminarli.
Rick Deckard, un ex poliziotto ed ex blade runner, viene contattato dal suo ex capo riguardo la presenza di quattro replicanti sbarcati illegalmente sulla Terra.
Riluttante, Deckard viene convinto a dar loro la caccia, ignaro del fatto che questa missione gli cambierà la vita.
Umano o replicante?
L'enorme difficoltà a distinguere le due creature è un perfetto trampolino di lancio per l'atmosfera perennemente ambigua e incerta che pervade tutto il film: una Los Angeles futuristica eppure ricca di decadenza, occidentale ma disseminata di elementi orientali, è il teatro perfetto per questo "noir fantascientifico" disseminato di dubbi, teorie, misteri risolti e irrisolti.
L'enorme difficoltà a distinguere le due creature è un perfetto trampolino di lancio per l'atmosfera perennemente ambigua e incerta che pervade tutto il film: una Los Angeles futuristica eppure ricca di decadenza, occidentale ma disseminata di elementi orientali, è il teatro perfetto per questo "noir fantascientifico" disseminato di dubbi, teorie, misteri risolti e irrisolti.
Lo stesso Rick Deckard, interpretato da Harrison Ford, si troverà più volte a mettere in discussione il suo lavoro e la sua etica, man mano che scoprirà le caratteristiche emotive dei replicanti di modello più avanzato.
Il film venne inizialmente accolto da sentimenti contrastanti, perché le aspettative erano quelle di un film di fantascienza ricco d'azione, e non dalla narrazione particolarmente lenta e riflessiva come, effettivamente, fu.
Col tempo, però, la profondità della pellicola, il suo accorto uso dei colori, la sua attenzione maniacale ai dettagli e i suoi straordinari effetti speciali la elevarono a film cult, e soprattutto di profonda influenza per le generazioni fantascientifiche a venire.
I grattacieli con enormi insegne al neon, le macchine volanti dal design compatto, le multinazionali in controllo del mondo, le questioni etico-ecologiche saranno alla base di numerosissime opere future in pressoché qualunque media, e questo gratta solo la superficie di quanto Blade Runner sia una pellicola visionaria e dall'impatto indiscutibile.
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