Amori e affitti: Maison Ikkoku Volume 1
La vita di uno studente giapponese è estremamente rigorosa: fallire un esame, non riuscire ad entrare in una scuola prestigiosa, avere voti bassi equivale a un grave disonore per sé e per la famiglia (a volte anche per la mucca), tanto che spesso gli studenti più frustrati o amareggiati ricorrono, purtroppo, a gesti estremi.
Il protagonista di Maison Ikkoku è proprio uno studente che ha molti problemi di studio, che vengono resi ancor più gravi dai suoi coinquilini all'interno dello stabile che dà il nome alla serie: molti di loro sono rumorosi e maleducati, ma sarà la più calma di tutti il vero problema...
Godai Yusaku è un ronin, uno studente che ha fallito l'esame d'ammissione all'università e sta studiando per riprovarci.
Ma i suoi coinquilini sono un disastro: Yotsuya è un inquietante guardone misterioso, Akemi Roppongi è una barista col vizio dell'alcol e del girare per la struttura mezza nuda e Hanae e Kentaro Ichinose sono una madre e un figlio impiccioni e rumorosi.
Quando Godai è sul punto di andarsene, però, le cose si complicano: fa, infatti, la sua comparsa la bella amministratrice della pensione, Kyoko Otonashi.
Kyoko è giunta ad abitare nello stabile ed occuparsene, e questo è un forte deterrente per la partenza di Godai, che ne rimane fulminato a prima vista.
Non sa, però, che la ragazza cela un doloroso segreto, che la renderà particolarmente difficile da corteggiare...
Già da questo primo volume si può notare come Rumiko Takahashi continui la sua opera di demolizione del rigorosissimo sistema di valori giapponese che imperava nell'era Showa (cioè il periodo che va dal 1926 al 1989), e che tutto sommato impera anche adesso: se in Lamù il perennemente ormonalmente attivo Ataru Moroboshi getta dalla finestra ogni regola per quel che riguarda il senso del pudore e del rigore degli adolescenti, in Maison Ikkoku, sin da subito, l'onta e l'ignominia del fallimento universitario vengono spazzati via nel modo più incisivo e, al contempo, delicato possibile; mentre tutti, infatti, prendono in giro Godai per il suo essere un ronin, Kyoko, la persona della cui opinione Godai si preoccupa di più, lo tiene in grande considerazione, lo esorta, lo aiuta e lo "controlla" perfino quando lo sconforto prende, di quando in quando, il sopravvento.
Essendo, Maison Ikkoku, rivolto a un pubblico più adulto rispetto a Lamù (viene pubblicato ogni mese sulla rivista per giovani adulti Big Comic Spirits), anche l'obiettivo del pensiero teneramente, simpaticamente anticonformista dell'autrice cambia: dall'adolescente Ataru al giovane adulto Godai, due protagonisti "fuori posto" eppure accettati anche solo da una persona, nonostante i loro difetti e la loro alterna volontà di correggerli.
Maison Ikkoku risulta, sin dalle prime battute, una storia d'amore apprezzabile da tutti, perché sapientemente giostrata per non sembrare forzata, ma anzi, in grado di fare leva su quelle che sono le sensazioni, i timori e i dubbi di chiunque sia mai stato effettivamente innamorato.
Non contenta di lasciare la sua impronta con Lamù, Rumiko Takahashi, dal 1980 su rivista e dal 1982 su volume, offre una nuova pietra miliare del genere manga, una di quelle opere profondamente significative per il decennio ottantino.
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