Amici dallo spazio: E.T. l'extra-terrestre

Vi siete mai sentiti fuori posto?
In famiglia, a scuola, nella società: ci sono persone che, per la loro particolare sensibilità o intelligenza, faticano profondamente a integrarsi e sentirsi parte attiva del loro ambiente.
Incompresi, scherniti, emancipati, si ritrovano da soli in un mondo che non è il loro.
In questo caso, anche letteralmente.
E.T. l'extra-terrestre è la storia di due emancipati, in modo diverso, che finiscono per legare e aiutarsi a vicenda.
Il giovane Elliott vive con la madre, il fratello e la sorella nella periferia di Los Angeles.
Un giorno, incontra un alieno lasciato indietro dai suoi compagni durante una visita botanica della Terra, e finisce per farci amicizia.
Sulle prime, nessuno crede alle sue parole, ma col tempo il legame con l'alieno saprà aiutarlo a crescere e a farsi apprezzare e rispettare dagli altri, mentre il simpatico E.T. cercherà un modo per tornare a casa senza combinare troppi guai.
L'idea del film nasce negli anni '60, quando i genitori di Steven Spielberg divorziarono: il giovane Steven, allora, si inventò un amico alieno immaginario, per colmare il vuoto affettivo lasciato dall'assenza del padre.
Negli anni '70, delle prime bozze di un nuovo film sugli alieni vennero redatte, ma messe da parte a favore di altri progetti.
Lavorando a I Predatori dell'Arca Perduta, lontano da famiglia e amici, però, Spielberg sentì un senso di solitudine che fece riemergere i ricordi d'infanzia, e decise di dedicarsi alle avventure dell'alieno perduto.
Nonostante le origini di E.T. risiedano nelle memorie di Spielberg, all'uscita del film diverse persone accusarono l'opera di plagio: il regista indiano Satyajit Ray fece notare molte similitudini tra il film e la sceneggiatura di una sua opera mai realizzata dal titolo The Alien, che circolava a Hollywood nel 1967, e la scrittrice francese Yvette de Fonclaire rimarcò le somiglianze tra il film e il suo libro "L'Enfant des étoiles" (il bambino delle stelle), inviato alla Disney nell'estate del 1981.
Improbabile, però, che Spielberg sia entrato in contatto con queste opere prima di produrre E.T., come è improbabile che abbia letto/visto le storie di Dr. Slump riguardanti il cane Cacca/Asdrubale, anch'esse molto simili alla trama del film in più punti.
Il film è uno dei primi rappresentanti del ciclo di avventure di ragazzi che tanta fortuna avrà negli anni '80, anche grazie a grandi registi come Spielberg.
In E.T., gli adulti sono troppo presi a credersi nel giusto e fare un errore dietro l'altro per potersi rendere conto di quanto i ragazzi non siano da prendere sottogamba, finendo per essere più dannosi che altro con la loro continua logica, matematica, analisi asettica.
Palese riscontro lo si ha nella figura dell'assente padre di Elliott, troppo occupato con le sue amanti per poter pensare ai figli lasciati soli con una madre che si fa in quattro per crescerli, o nella figura del professore, concentrato su una dissezione delle rane che non avrà mai luogo grazie agli sforzi congiunti dei due protagonisti.
Come spesso accadrà anche in seguito, negli anni '80 gli adulti sono troppo occupati con le loro faide e fissazioni inutili per accorgersi di ciò che è realmente importante, mentre i ragazzi diventano sempre più centrali e portatori di un futuro che, di fatto, appartiene a loro: non tutti sono, ovviamente, in grado di lasciarsi guidare dalla fantasia e dalla volontà di fare ciò che è giusto, ma quei pochi che ne hanno il coraggio sanno dimostrarsi delle guide affidabili per gli altri.
Non è un caso che uno dei media in maggiore ascesa negli anni '80 era quello dei videogiochi, occupazione perlopiù "giovanile" in grado di rendere qualunque bambino o ragazzo protagonista di fantastiche avventure, e non più spettatore passivo.
Certo, E.T. non ha mai avuto grande fortuna con i videogiochi, visto che il suo titolo per Atari 2600 fu un disastro commerciale che giocò un ruolo fondamentale nella crisi videoludica dell'83, ma altre opere, come lo Space Invaders che campeggia sulla maglietta del fratello del protagonista, sapranno farsi valere meglio.
La lavorazione del film stessa fu realizzata tenendo bene a mente il punto di vista dei bambini in più dettagli: per tutta la prima metà del film, esclusa la madre di Elliott tutti gli adulti non vengono inquadrati dalla vita in su, come nei vecchi cartoni animati di Tex Avery o nelle strisce dei Peanuts.
Il film è stato inoltre girato lavorando alle scene in ordine cronologico, in modo da far crescere affezione nei giovani attori per l'alieno e rendere più realistiche le reazioni al saluto finale.
Anche l'aspetto di E.T. venne tenuto nascosto per la maggior parte del tempo, con effetti sorprendenti: la scena in cui il fratello di Elliott vede per la prima volta l'alieno e balza all'indietro distruggendo mezza camera è "reale", perché l'attore si spaventò vedendo il pupazzo.
A questo proposito, il meraviglioso robot che "interpreta" E.T. è opera di un maestro degli effetti speciali nostrano, Carlo Rambaldi.
Ultima curiosità: nel ruolo della sorellina di Elliott c'è una giovanissima Drew Barrymore.
Il film raggiungerà rapidamente la vetta delle classifiche mondiali, diventando il più grande campione d'incassi della sua epoca e portandosi a casa quattro premi Oscar.
Al successo di pubblico fece eco quello della critica, che lo ritenne uno dei film più emozionanti e coinvolgenti di tutti i tempi.
Tra le "vittime illustri" del film ci sono i coniugi Reagan, commossi alla visione durante una trasmissione alla Casa Bianca, e la principessa Diana, in lacrime dopo la visione del film.
La pellicola venne mostrata anche alle Nazioni Unite, dove Spielberg ottenne una medaglia per la Pace.
Il cinema anni '80 raggiunge dunque uno dei suoi punti più alti, volando letteralmente tra le stelle.

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