Maschere ottantine: considerazioni finali su Spider-Man/L'Uomo Ragno 1981
Come ricordato qui, nel 1981 la DePatie-Freleng Enterprises cambiava nome e identità in Marvel Productions, varando una nuova serie di progetti animati.
Il primo di questi, un po' prevedibilmente, è rappresentato da una nuova serie animata dedicata all'Uomo Ragno, eroe di punta della Casa delle Idee, già di successo in televisione con la storica serie del 1967.
Come sarà andata questa seconda apparizione televisiva dell'eroe nato dalle menti di Stan Lee e Steve Ditko?
Peter Parker è ormai uno studente universitario, costretto a dividere la sua vita tra studi, lavoro come fotografo del Daily Bugle e imprese eroiche come Uomo Ragno.
Tra conti da pagare, ripetuti appuntamenti falliti con la collega Betty Brant e nemici vecchi (Goblin, Kraven il Cacciatore, il Camaleonte) e nuovi (la Gatta Nera), il nostro eroe dovrà darsi da fare per mantenere la pace a New York e un minimo di vita privata.
La serie fa il possibile per essere fedele ai fumetti, pur con le numerose, incombenti limitazioni dovute alla classica tenaglia di associazioni di genitori e ordini dei canali televisivi: non si possono tirare pugni, ma si riesce a ovviare con ragnatele, balzi e un sacco di lanci (la gente si sbatacchia a destra e a sinistra di continuo).
Non è stato mitigato il carattere un po' "provocante" della Gatta nera, e, in generale, anche il concetto di morte e il rischio di perdere la vita vengono messi spesso in evidenza senza troppi giri di parole.
La fedeltà ai fumetti si riscontra anche nel design dei personaggi, e in particolare di Peter Parker, molto vicino al modo in cui lo rappresentava John Romita Sr. sulle strisce a fumetti degli anni '70, con un maglione a collo alto per nascondere meglio il costume indossato sotto gli abiti civili.
La serie, tra alti e bassi tecnici, cerca di difendersi al meglio, sia come qualità dei disegni che delle animazioni, sempre relativamente fluide.
Spicca però in positivo un episodio su tutti: il diciottesimo, realizzato in Giappone dalla Toei Animation e che vede ospiti Capitan America e il Teschio Rosso.
Si tratta, in generale, di un terreno di prova per quelle che saranno le future grandi serie animate della Marvel Productions, che segneranno profondamente l'immaginario collettivo anni '80.
Per quanto la serie sia fondamentalmente episodica, sei puntate su ventisei vedono come antagonista il Dottor Destino, portando avanti una sottotrama che vede alcuni abitanti di Latveria impegnati a cercare di spodestare il monarca dittatore.
Per quanto Destino sia un villain più collegabile ad altri supereroi (i Fantastici Quattro in primis), la scelta di realizzare un'autentica trama di fondo, anche se saltuaria, è encomiabile, e segno di sensibili cambiamenti nel panorama dell'animazione americana; senza contare che le drammatiche origini di Von Doom vengono lasciate pressoché inalterate rispetto ai fumetti: cosa notevole, considerando la censura imperante.
In teoria, la serie L'Uomo Ragno e i suoi Fantastici Amici sarebbe dovuta essere un seguito di questa: tuttavia, l'essere andate in onda, almeno all'inizio, contemporaneamente e diverse divergenze di trama rendono questo collegamento improbabile.
Questa serie di Spider-Man è dunque un buon prodotto ma soprattutto un ottimo inizio, primogenito della Marvel Productions che, nel corso degli anni '80 e '90, si renderà partecipe della realizzazione di molte serie iconiche.
Come il mondo dell'animazione giapponese stava avendo un profondo risveglio grazie a Gundam, così quello dell'animazione americana, sempre più o meno vitale, stava giungendo a una forte svolta destinata a segnare gli anni a venire con serie come G.I. Joe e Transformers.
Buona la prima!
Il primo di questi, un po' prevedibilmente, è rappresentato da una nuova serie animata dedicata all'Uomo Ragno, eroe di punta della Casa delle Idee, già di successo in televisione con la storica serie del 1967.
Come sarà andata questa seconda apparizione televisiva dell'eroe nato dalle menti di Stan Lee e Steve Ditko?
Peter Parker è ormai uno studente universitario, costretto a dividere la sua vita tra studi, lavoro come fotografo del Daily Bugle e imprese eroiche come Uomo Ragno.
Tra conti da pagare, ripetuti appuntamenti falliti con la collega Betty Brant e nemici vecchi (Goblin, Kraven il Cacciatore, il Camaleonte) e nuovi (la Gatta Nera), il nostro eroe dovrà darsi da fare per mantenere la pace a New York e un minimo di vita privata.
La serie fa il possibile per essere fedele ai fumetti, pur con le numerose, incombenti limitazioni dovute alla classica tenaglia di associazioni di genitori e ordini dei canali televisivi: non si possono tirare pugni, ma si riesce a ovviare con ragnatele, balzi e un sacco di lanci (la gente si sbatacchia a destra e a sinistra di continuo).
Non è stato mitigato il carattere un po' "provocante" della Gatta nera, e, in generale, anche il concetto di morte e il rischio di perdere la vita vengono messi spesso in evidenza senza troppi giri di parole.
La fedeltà ai fumetti si riscontra anche nel design dei personaggi, e in particolare di Peter Parker, molto vicino al modo in cui lo rappresentava John Romita Sr. sulle strisce a fumetti degli anni '70, con un maglione a collo alto per nascondere meglio il costume indossato sotto gli abiti civili.
La serie, tra alti e bassi tecnici, cerca di difendersi al meglio, sia come qualità dei disegni che delle animazioni, sempre relativamente fluide.
Spicca però in positivo un episodio su tutti: il diciottesimo, realizzato in Giappone dalla Toei Animation e che vede ospiti Capitan America e il Teschio Rosso.
Si tratta, in generale, di un terreno di prova per quelle che saranno le future grandi serie animate della Marvel Productions, che segneranno profondamente l'immaginario collettivo anni '80.
Per quanto la serie sia fondamentalmente episodica, sei puntate su ventisei vedono come antagonista il Dottor Destino, portando avanti una sottotrama che vede alcuni abitanti di Latveria impegnati a cercare di spodestare il monarca dittatore.
Per quanto Destino sia un villain più collegabile ad altri supereroi (i Fantastici Quattro in primis), la scelta di realizzare un'autentica trama di fondo, anche se saltuaria, è encomiabile, e segno di sensibili cambiamenti nel panorama dell'animazione americana; senza contare che le drammatiche origini di Von Doom vengono lasciate pressoché inalterate rispetto ai fumetti: cosa notevole, considerando la censura imperante.
In teoria, la serie L'Uomo Ragno e i suoi Fantastici Amici sarebbe dovuta essere un seguito di questa: tuttavia, l'essere andate in onda, almeno all'inizio, contemporaneamente e diverse divergenze di trama rendono questo collegamento improbabile.
Questa serie di Spider-Man è dunque un buon prodotto ma soprattutto un ottimo inizio, primogenito della Marvel Productions che, nel corso degli anni '80 e '90, si renderà partecipe della realizzazione di molte serie iconiche.
Come il mondo dell'animazione giapponese stava avendo un profondo risveglio grazie a Gundam, così quello dell'animazione americana, sempre più o meno vitale, stava giungendo a una forte svolta destinata a segnare gli anni a venire con serie come G.I. Joe e Transformers.
Buona la prima!
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