Fiamme infernali: The Number of the Beast, degli Iron Maiden
La "fobia del rock satanico" è sempre stata particolarmente radicata nella cultura americana, con il terrore che il rock più "duro" e il metal potessero plagiare le giovani menti da abitudini più conservative e sacre.
Un album che si intitola "The Number of the Beast", dunque, non può che scatenare qualche tumulto tra i benpensanti del marzo 1982, convinti che gli Iron Maiden siano una band satanica.
Non si giudica un libro dalla copertina, ma un album apparentemente sì, visto che già quella di Number of the Beast destò scalpore per il suo contenuto: lo zombie Eddie che controlla Satana come un burattino, e il diavolo che controlla un Eddie più piccolo allo stesso modo.
Chi è veramente malvagio?
Chi controlla chi?
Queste le domande che la copertina voleva porre, ma a quanto pare riuscì a provocare solo tentativi di esorcismo.
Chi controlla chi?
Queste le domande che la copertina voleva porre, ma a quanto pare riuscì a provocare solo tentativi di esorcismo.
L'immagine, peraltro, è ispirata alla copertina di un numero di Doctor Strange non meglio precisato degli anni sessanta.
Ma non ditelo troppo in giro, sennò pure i fumetti diventano (di nuovo) frutto del demonio.
Giocando sulla natura "infernale" dell'album, vennero messe in giro voci di eventi soprannaturali avvenuti durante la lavorazione dello stesso, come luci che si accendevano e spegnevano da sole durante le registrazioni e macchinari che si rompevano senza motivo.
Il punto più alto si raggiunse con un presunto incidente automobilistico tra il produttore, Martin Birch, e un mini bus trasportante un gruppo di suore.
Dopo il "fattaccio", allo stesso venne presentata una multa di 666 sterline.
Se queste voci risultano divertenti e, con un occhio lucido, demenziali, non raggiungono il livello di comicità delle reazioni degli ultra conservatori americani all'uscita dell'album.
Vennero organizzati dei roghi pubblici della discografia del gruppo, anche se alcuni gruppi religiosi, particolarmente arguti, preferirono distruggere i vinili con un martello (un metodo sicuramente non violento), anziché bruciarli, per paura dei fumi tossici dispersi nell'aria.
Anche il tour legato all'album fu tutt'altro che tranquillo: ci furono diverse manifestazioni di protesta fuori dai luoghi dove si sarebbero tenuti i concerti, i più moderati con distribuzioni di volantini, il più spettacolare con una croce alta sette metri.
In tutto ciò, però, si sta forse soprassedendo su un piccolo dettaglio: e le canzoni?
L'album venne acclamato dalla critica ed ottenne un grande successo di pubblico, debuttando al numero uno nella classifica britannica degli album più venduti (il primo numero uno in classifica della band), come pure Run To The Hills è stato il primo singolo del gruppo a raggiungere la prima posizione nel Regno Unito.
L'album viene inoltre considerato uno dei migliori di tutti i tempi sia nel genere rock/metal che in generale.
Un successo dovuto al diavolo?
No, solo alla buona musica.
No, solo alla buona musica.
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