Scambi mostruosi: Fracchia la Belva Umana
Il tema dello scambio di persona è molto ricorrente nel cinema e, più in generale, nella narrativa.
Sin da Il Principe e il Povero di Mark Twain, passando per il film americano Tutta la Città ne Parla, di cui questo Fracchia la Belva Umana è un remake all'italiana, il concetto di sosia è sempre stato in grado di generare storie affascinanti e, spesso, divertenti.
Se poi ci sono di mezzo Paolo Villaggio e altri mostri sacri della commedia all'italiana, il risultato non può che essere spassoso.
Giandomenico Fracchia è l'impiegato mediocre per eccellenza: bistrattato dai suoi superiori, incapace di imporsi sugli altri, maldestro con le donne.
I suoi guai si moltiplicano quando scopre di essere totalmente somigliante a un feroce criminale a piede libero, La Belva Umana, per il quale viene scambiato più volte.
Quando i due si incontrano, La Belva Umana cercherà di approfittarsi del carattere sottomesso di Fracchia, ma sarà in grado di sopravvivere all'eterna sfortuna del povero impiegato?
Il film è degno di nota, al di là della sua verve comica, soprattutto per la grande quantità di icone del cinema umoristico italiano, sia tra i grandi affermati che tra le nuove leve.
Al di là di Paolo Villaggio e di Lino Banfi, il regista Neri Parenti è qui alla sua seconda pellicola di successo e alla terza in totale, ma appaiono anche Gigi Reder (qui nei panni della siciliana madre della Belva Umana) e dei giovanissimi Massimo Boldi e Francesco Salvi, oltre all'inossidabile Anna Mazzamauro.
Un perfetto quadro d'insieme di quella che sarà la comicità italiana, dunque, negli anni (e decenni) a venire.
Sin da Il Principe e il Povero di Mark Twain, passando per il film americano Tutta la Città ne Parla, di cui questo Fracchia la Belva Umana è un remake all'italiana, il concetto di sosia è sempre stato in grado di generare storie affascinanti e, spesso, divertenti.
Se poi ci sono di mezzo Paolo Villaggio e altri mostri sacri della commedia all'italiana, il risultato non può che essere spassoso.
Giandomenico Fracchia è l'impiegato mediocre per eccellenza: bistrattato dai suoi superiori, incapace di imporsi sugli altri, maldestro con le donne.
I suoi guai si moltiplicano quando scopre di essere totalmente somigliante a un feroce criminale a piede libero, La Belva Umana, per il quale viene scambiato più volte.
Quando i due si incontrano, La Belva Umana cercherà di approfittarsi del carattere sottomesso di Fracchia, ma sarà in grado di sopravvivere all'eterna sfortuna del povero impiegato?
Il film è degno di nota, al di là della sua verve comica, soprattutto per la grande quantità di icone del cinema umoristico italiano, sia tra i grandi affermati che tra le nuove leve.
Al di là di Paolo Villaggio e di Lino Banfi, il regista Neri Parenti è qui alla sua seconda pellicola di successo e alla terza in totale, ma appaiono anche Gigi Reder (qui nei panni della siciliana madre della Belva Umana) e dei giovanissimi Massimo Boldi e Francesco Salvi, oltre all'inossidabile Anna Mazzamauro.
Un perfetto quadro d'insieme di quella che sarà la comicità italiana, dunque, negli anni (e decenni) a venire.
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