1981: Oil Panic
Giunge al termine il nostro viaggio attraverso il 1981, e, prima di addentrarci nell'82, è necessario e doveroso fermarci a fare un'analisi degli eventi che si sono susseguiti nel corso dell'anno, e soprattutto ad analizzare come quanto visto possa darci un'idea di come si vivesse e di quali fossero le sensazioni e gli umori del periodo.
Una cosa salta immediatamente all'occhio: c'era una gran paura per via della crisi petrolifera.
Lo si percepisce da L'Odissea di Asterix, dove i nostri eroi devono viaggiare lungo tutto il Mediterraneo fino, appunto, in Medio Oriente per recuperare il "petra oleum", l'olio di pietra fondamentale per la loro pozione magica, perfetta allegoria della crisi, che viene risolta come sarebbe possibile risolvere quella reale: con un'alternativa più naturale.
Alternativa più naturale viene anche auspicata sulle pagine di Topolino, dove viene pubblicato un articolo su una futuristica auto solare, che avrebbe risolto il problema della mobilità "In barba agli sceicchi".
A proposito di sceicchi e barbe, o anzi, baffi: non è un caso che l'acerrimo nemico dell'Uomo Tigre II sia proprio uno sceicco che minaccia di tagliare i rifornimenti di petrolio al Giappone: se Naoto Date doveva lottare contro la povertà del suo mondo negli anni '60, Tatsuo Aku deve affrontare le reali minacce della sua epoca, ossia, ovviamente, la crisi petrolifera e i cosiddetti "sceicchi malvagi".
Un altro eroe mascherato faceva il glorioso ritorno sul piccolo schermo dopo una prima comparsa negli anni sessanta: l'Uomo Ragno, con ben due cartoni dalla neofondata Marvel Productions (che in futuro realizzerà diverse serie animate profondamente iconiche per il decennio), e guarda caso, nella sua prima avventura si ritrova a dover affrontare il Dottor Octopus e il suo desiderio di prendere il controllo di New York rubando...
Il petrolio, dalle navi che attraccano alla baia, ovviamente.
Il debutto del nuovo Uomo Tigre corrispose (quasi letteralmente, tre giorni dopo il primo episodio) col debutto sul ring della sua controparte reale, Satoru Sayama, il cui personaggio sarà destinato a marchiare a fuoco il wrestling giapponese fino ai giorni nostri.
Ma per un eroe del ring che arriva, uno se ne va: Bruno Sammartino annuncia infatti il suo ritiro dal mondo del wrestling, ritiro che, il tempo ce lo dirà, fu solo momentaneo, ma non per questo meno triste.
Un'altra leggenda si ritira nel 1981: Muhammad Ali, lui, però, definitivamente.
Dal ring alle sale giochi, però, si ha il debutto di un nuovo eroe italiano: Mario, alla sua prima apparizione in Donkey Kong, dove deve schivare dei barili particolarmente avvezzi a prendere fuoco...
Saranno stati pieni di petrolio?
A proposito di passaggi di consegne tra vecchi campioni e nuove leve: al cinema giunse Red e Toby della Disney, dietro cui c'erano, per l'ultima volta, i "grandi vecchi" animatori, a bordo della compagnia sin dai tempi di Biancaneve, ma anche alcune nuove leve che avrebbero determinato la direzione del cinema d'animazione (e in generale) per i decenni a venire: Don Bluth, John Lasseter, Tim Burton e tanti altri.
Anche nel cinema italiano era in atto un cambio generazionale: Il Marchese Del Grillo, di Mario Monicelli e con protagonista un immenso Alberto Sordi, rappresenta un elegante viale del tramonto per la commedia italiana degli anni '60 e '70, e giunge nei cinema lo stesso giorno di Fracchia La Belva Umana, di Neri Parenti e con protagonista Paolo Villaggio, ma anche con Francesco Salvi, Lino Banfi e Massimo Boldi, rappresentanti di quella che è la "commedia all'italiana che verrà".
Sempre parlando di cinema e di futuro, giungono nelle sale giapponesi i primi due film riassuntivi dedicati alla saga di Gundam, che ebbero in Giappone un successo di pubblico clamoroso, rivitalizzando con vigore il mondo dell'animazione giapponese.
Allo stesso modo, videro la luce altre due serie anime fondamentali, le due "ragazze terribili" di Fuji TV: Arale, protagonista di Dr. Slump & Arale, primo personaggio nato dalla penna del maestro Toriyama a raggiungere il grande schermo e prima collaborazione vera e propria tra Shueisha e Toei Animation, e Lamù, uno dei primissimi anime a utilizzare brani di musica pop come sigle e diretto da un'altra leggenda del cinema giapponese, Mamoru Oshii.
Inevitabilmente, anche qui ci sono problemi di petrolio, e ovviamente è tutta colpa di Ataru Moroboshi.
A proposito di cinema fondamentale per l'animazione giapponese (aspettate un paio d'anni e vedrete...), giunge nelle sale Mad Max 2, dove i problemi petroliferi sono anche troppi: il mondo è in uno stato post-atomico proprio a causa di una crisi energetica andata fuori controllo, e il protagonista vaga in una landa desolata alla perenne ricerca di cibo e benzina, tra bande sanguinarie e fortezze costruite intorno a raffinerie.
Mad Max 2 sarà fondamentale per l'immaginario anni '80 fatto di giubbotti di pelle, giustizieri notturni e bande di criminali borchiati; un esempio di come questo immaginario si stesse sempre più definendo è da ritrovarsi nel personaggio del wrestler Adrian Adonis: un orfano abbandonato, sempre cresciuto potendo contare solo su se stesso e la forza dei suoi pugni, ma non per questo meno vanesio e sopra le righe, con la sua giacca di pelle e i suoi occhiali da sole.
Ad alimentare il fuoco degli eroi da strada contribuivano anche film come 1997-Fuga da New York (che deve molto al primo Mad Max, tra l'altro) e i fumetti Marvel: la rivoluzione noir di Frank Miller, con i suoi ninja urbani (presto ne arriveranno altri, celeberrimi, nelle fogne di Manhattan), infettò presto il resto dei fumetti, con un maggiore successo di personaggi come Luke Cage e Iron Fist, una poderosa rinfrescata al team creativo dietro The Amazing Spider-Man e la nascita di due eroi profondamente dark e urbani come Cloak e Dagger: due ex bambini abbandonati, che sono stati usati come cavie per nuovi tipi di droghe e che tramite esse hanno ottenuto straordinari poteri, e che ora sono determinati a vendicarsi dei loro aguzzini.
Se dal 1980 si percepiva una certa paura per il futuro ancora "indefinita", nel 1981 la paura ha un nome e un corpo, per quanto molto viscido: quello del petrolio.
Allo stesso tempo, però, l'era Reagan stava portando una maggiore confidenza e alcune fortune commerciali stavano spingendo diverse compagnie (lo Studio Pierrot e la Toei negli anime, la Marvel e la Marvel productions, la DC coi Teen Titans, la Nintendo, la Namco con Galaga e il successo dall'anno precedente di Pac-Man) a produrre e azzardare di più, e proprio questo porterà ad alcune delle più grandi icone degli anni '80.
Procediamo, dunque, nel nostro viaggio, andando spediti verso il 1982.
A piedi però, sai mai che si va in macchina e finisce la benzina.
P.S.: sì, lo so che il Game & Watch "Oil Panic" è del 1982, ma ormai ci siamo, e il titolo era troppo calzante...
Una cosa salta immediatamente all'occhio: c'era una gran paura per via della crisi petrolifera.
Lo si percepisce da L'Odissea di Asterix, dove i nostri eroi devono viaggiare lungo tutto il Mediterraneo fino, appunto, in Medio Oriente per recuperare il "petra oleum", l'olio di pietra fondamentale per la loro pozione magica, perfetta allegoria della crisi, che viene risolta come sarebbe possibile risolvere quella reale: con un'alternativa più naturale.
Alternativa più naturale viene anche auspicata sulle pagine di Topolino, dove viene pubblicato un articolo su una futuristica auto solare, che avrebbe risolto il problema della mobilità "In barba agli sceicchi".
Se lo dici tu |
Un altro eroe mascherato faceva il glorioso ritorno sul piccolo schermo dopo una prima comparsa negli anni sessanta: l'Uomo Ragno, con ben due cartoni dalla neofondata Marvel Productions (che in futuro realizzerà diverse serie animate profondamente iconiche per il decennio), e guarda caso, nella sua prima avventura si ritrova a dover affrontare il Dottor Octopus e il suo desiderio di prendere il controllo di New York rubando...
Il petrolio, dalle navi che attraccano alla baia, ovviamente.
Il debutto del nuovo Uomo Tigre corrispose (quasi letteralmente, tre giorni dopo il primo episodio) col debutto sul ring della sua controparte reale, Satoru Sayama, il cui personaggio sarà destinato a marchiare a fuoco il wrestling giapponese fino ai giorni nostri.
Ma per un eroe del ring che arriva, uno se ne va: Bruno Sammartino annuncia infatti il suo ritiro dal mondo del wrestling, ritiro che, il tempo ce lo dirà, fu solo momentaneo, ma non per questo meno triste.
Un'altra leggenda si ritira nel 1981: Muhammad Ali, lui, però, definitivamente.
Dal ring alle sale giochi, però, si ha il debutto di un nuovo eroe italiano: Mario, alla sua prima apparizione in Donkey Kong, dove deve schivare dei barili particolarmente avvezzi a prendere fuoco...
Saranno stati pieni di petrolio?
A proposito di passaggi di consegne tra vecchi campioni e nuove leve: al cinema giunse Red e Toby della Disney, dietro cui c'erano, per l'ultima volta, i "grandi vecchi" animatori, a bordo della compagnia sin dai tempi di Biancaneve, ma anche alcune nuove leve che avrebbero determinato la direzione del cinema d'animazione (e in generale) per i decenni a venire: Don Bluth, John Lasseter, Tim Burton e tanti altri.
Anche nel cinema italiano era in atto un cambio generazionale: Il Marchese Del Grillo, di Mario Monicelli e con protagonista un immenso Alberto Sordi, rappresenta un elegante viale del tramonto per la commedia italiana degli anni '60 e '70, e giunge nei cinema lo stesso giorno di Fracchia La Belva Umana, di Neri Parenti e con protagonista Paolo Villaggio, ma anche con Francesco Salvi, Lino Banfi e Massimo Boldi, rappresentanti di quella che è la "commedia all'italiana che verrà".
Sempre parlando di cinema e di futuro, giungono nelle sale giapponesi i primi due film riassuntivi dedicati alla saga di Gundam, che ebbero in Giappone un successo di pubblico clamoroso, rivitalizzando con vigore il mondo dell'animazione giapponese.
Allo stesso modo, videro la luce altre due serie anime fondamentali, le due "ragazze terribili" di Fuji TV: Arale, protagonista di Dr. Slump & Arale, primo personaggio nato dalla penna del maestro Toriyama a raggiungere il grande schermo e prima collaborazione vera e propria tra Shueisha e Toei Animation, e Lamù, uno dei primissimi anime a utilizzare brani di musica pop come sigle e diretto da un'altra leggenda del cinema giapponese, Mamoru Oshii.
Inevitabilmente, anche qui ci sono problemi di petrolio, e ovviamente è tutta colpa di Ataru Moroboshi.
A proposito di cinema fondamentale per l'animazione giapponese (aspettate un paio d'anni e vedrete...), giunge nelle sale Mad Max 2, dove i problemi petroliferi sono anche troppi: il mondo è in uno stato post-atomico proprio a causa di una crisi energetica andata fuori controllo, e il protagonista vaga in una landa desolata alla perenne ricerca di cibo e benzina, tra bande sanguinarie e fortezze costruite intorno a raffinerie.
Mad Max 2 sarà fondamentale per l'immaginario anni '80 fatto di giubbotti di pelle, giustizieri notturni e bande di criminali borchiati; un esempio di come questo immaginario si stesse sempre più definendo è da ritrovarsi nel personaggio del wrestler Adrian Adonis: un orfano abbandonato, sempre cresciuto potendo contare solo su se stesso e la forza dei suoi pugni, ma non per questo meno vanesio e sopra le righe, con la sua giacca di pelle e i suoi occhiali da sole.
Ad alimentare il fuoco degli eroi da strada contribuivano anche film come 1997-Fuga da New York (che deve molto al primo Mad Max, tra l'altro) e i fumetti Marvel: la rivoluzione noir di Frank Miller, con i suoi ninja urbani (presto ne arriveranno altri, celeberrimi, nelle fogne di Manhattan), infettò presto il resto dei fumetti, con un maggiore successo di personaggi come Luke Cage e Iron Fist, una poderosa rinfrescata al team creativo dietro The Amazing Spider-Man e la nascita di due eroi profondamente dark e urbani come Cloak e Dagger: due ex bambini abbandonati, che sono stati usati come cavie per nuovi tipi di droghe e che tramite esse hanno ottenuto straordinari poteri, e che ora sono determinati a vendicarsi dei loro aguzzini.
Se dal 1980 si percepiva una certa paura per il futuro ancora "indefinita", nel 1981 la paura ha un nome e un corpo, per quanto molto viscido: quello del petrolio.
Allo stesso tempo, però, l'era Reagan stava portando una maggiore confidenza e alcune fortune commerciali stavano spingendo diverse compagnie (lo Studio Pierrot e la Toei negli anime, la Marvel e la Marvel productions, la DC coi Teen Titans, la Nintendo, la Namco con Galaga e il successo dall'anno precedente di Pac-Man) a produrre e azzardare di più, e proprio questo porterà ad alcune delle più grandi icone degli anni '80.
Procediamo, dunque, nel nostro viaggio, andando spediti verso il 1982.
A piedi però, sai mai che si va in macchina e finisce la benzina.
P.S.: sì, lo so che il Game & Watch "Oil Panic" è del 1982, ma ormai ci siamo, e il titolo era troppo calzante...
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