Destinato a far sorridere: tributo ad Albert Uderzo

Albert Uderzo è stato la prova che non necessariamente un'infanzia difficile porta a un'età adulta tetra, e che non necessariamente un sogno abbandonato porti alla perdita totale dei suoi risultati.
Nel giorno della sua scomparsa, voglio ricordare questo grande artista che, proprio negli anni '80, si trovò a prendere interamente le redini del suo personaggio più celebre.

Uderzo
Nato da una coppia di italiani, Uderzo viene registrato all'anagrafe come Alberto, per il semplice motivo che il fortissimo accento italico del padre gli impediva di pronunciare Albert alla francese, causando un qui pro quo con l'addetto.
Non erano anni facili per essere un italiano all'estero, soprattutto quando, nel 1929, la famiglia Uderzo si trasferì a Parigi, dove Albert(o) subì episodi di forte discriminazione per le sue origini italiane.
Nonostante una propensione per l'arte fin dall'infanzia, Uderzo voleva, inizialmente, fare il clown, progetto che in futuro abbandonerà; tuttavia, sarà in grado di far ridere, comunque, tutto il mondo.
Nel 1951 avviene l'incontro del destino con René Goscinny, con cui nasce un rapporto d'amicizia immediato e profondo, tanto che i due cominciano a lavorare insieme già l'anno successivo, per poi diventare editor e direttore artistico della rivista di fumetti per bambini e ragazzi Pilote nel 1959.
Il primo numero della rivista vide anche il debutto di Asterix nel mondo dei fumetti; le sue avventure vennero poi raccolte nel volume Asterix il Gallico, e nei vari volumi successivi.
Il personaggio divenne così popolare che nel 1967 il duo artistico decise di dedicarvisi completamente, fino a quando, dieci anni dopo, Goscinny ci lascia, portando il solo Uderzo a lavorare alle avventure del guerriero gallico.
Nonostante ciò, sulle copertine dei volumi continuano ad essere accreditati Goscinny e Uderzo.

Nonostante la scomparsa di Uderzo ci rattristi, una certezza ci può consolare: per quanto i tempi possano farsi difficili, con due colonne come Goscinny e Uderzo a sostenerlo, ora sappiamo per certo che il cielo non ci cadrà mai sulla testa.

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