Guai nel vicino oriente: L'Odissea di Asterix
A René.
Così si apre l'albo, secondo realizzato da Albert Uderzo dopo la scomparsa dell'amico e collega Goscinny, che ci riporta nel 50 Avanti Cristo, nell'ultimo villaggio gallico che ancora resiste all'invasore romano.
Coerentemente a quanto mostrato nel volume precedente, L'Odissea di Asterix vedrà i nostri eroi farsi beffe dell'immenso impero romano, schernendo, però, dietro le quinte, anche il mondo contemporaneo del 1981.
Come?
Vediamo...
C'è agitazione, nel villaggio gallico: il druido Panoramix aspetta con impazienza un ingrediente fondamentale per la leggendaria pozione magica, l'olio di roccia (così chiamato perché sgorga dalle rocce, appunto), ma il mercante fenicio Grandimais se ne dimentica, e così si rende necessario andare fino in Mesopotamia a recuperarlo: ci penseranno Asterix e Obelix, accompagnati dal druido (in realtà spia romana) Zerozeroseix.
Il tutto si rivelerà una letterale odissea, tra battaglie navali e viaggi in lungo e in largo per il vicino oriente.
L'autore/disegnatore si dimostra ancora una volta molto abile nel saper utilizzare il mondo antico come allegoria di quello moderno: se nel 1980 si era preso gioco del Muro di Berlino, nel 1981 le tensioni relative al petrolio, all'aumento dei suoi prezzi e alla sua mancanza avevano fatto eco in tutto il mondo da anni, provocando tensioni, crisi economiche e danni di ogni tipo: ed ecco che anche Asterix e i suoi amici hanno guai perché manca il "petra oleum", e alcune scene, come i costanti attacchi da parte delle tante popolazioni dell'area mesopotamica perennemente in guerra tra di loro, sono sia un'eccellente rappresentazione dei turbolenti rapporti tra le civiltà del vicino oriente agli albori dell'umanità, sia metafore efficaci sui costanti conflitti che anche ai tempi dell'uscita dell'albo (e tutt'oggi, purtroppo) martoriavano quelle zone.
La risoluzione finale, per quanto possa sembrare frettolosa, ci offre una semplicissima soluzione ai problemi attuali con la carenza di "petra oleum", soluzione che però, apparentemente, non vuole ancora essere tradotta in fatti.
Così si apre l'albo, secondo realizzato da Albert Uderzo dopo la scomparsa dell'amico e collega Goscinny, che ci riporta nel 50 Avanti Cristo, nell'ultimo villaggio gallico che ancora resiste all'invasore romano.
Coerentemente a quanto mostrato nel volume precedente, L'Odissea di Asterix vedrà i nostri eroi farsi beffe dell'immenso impero romano, schernendo, però, dietro le quinte, anche il mondo contemporaneo del 1981.
Come?
Vediamo...
C'è agitazione, nel villaggio gallico: il druido Panoramix aspetta con impazienza un ingrediente fondamentale per la leggendaria pozione magica, l'olio di roccia (così chiamato perché sgorga dalle rocce, appunto), ma il mercante fenicio Grandimais se ne dimentica, e così si rende necessario andare fino in Mesopotamia a recuperarlo: ci penseranno Asterix e Obelix, accompagnati dal druido (in realtà spia romana) Zerozeroseix.
Il tutto si rivelerà una letterale odissea, tra battaglie navali e viaggi in lungo e in largo per il vicino oriente.
L'autore/disegnatore si dimostra ancora una volta molto abile nel saper utilizzare il mondo antico come allegoria di quello moderno: se nel 1980 si era preso gioco del Muro di Berlino, nel 1981 le tensioni relative al petrolio, all'aumento dei suoi prezzi e alla sua mancanza avevano fatto eco in tutto il mondo da anni, provocando tensioni, crisi economiche e danni di ogni tipo: ed ecco che anche Asterix e i suoi amici hanno guai perché manca il "petra oleum", e alcune scene, come i costanti attacchi da parte delle tante popolazioni dell'area mesopotamica perennemente in guerra tra di loro, sono sia un'eccellente rappresentazione dei turbolenti rapporti tra le civiltà del vicino oriente agli albori dell'umanità, sia metafore efficaci sui costanti conflitti che anche ai tempi dell'uscita dell'albo (e tutt'oggi, purtroppo) martoriavano quelle zone.
La risoluzione finale, per quanto possa sembrare frettolosa, ci offre una semplicissima soluzione ai problemi attuali con la carenza di "petra oleum", soluzione che però, apparentemente, non vuole ancora essere tradotta in fatti.
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