Futuro esaltante, futuro spaventoso: il 1980 tra innovazione e incertezza
Giunge alla conclusione il nostro viaggio all'interno del 1980: un viaggio che ci ha regalato momenti iconici e drammatici, gioie e dolori, sublimazioni di vecchie icone e nascita di nuove.
Un anno di grandi svolte, che fanno da apripista a quello che sarà effettivamente il decennio appena iniziato.
L'obiettivo principale di questo blog è proprio analizzare anno per anno i cambiamenti sociali e culturali attraverso tutto ciò che è "pop", con una particolare attenzione proprio per gli avvenimenti più "leggeri": ci sarà spazio per l'attualità dell'epoca, ma il giusto, per non soprassedere su avvenimenti particolarmente importanti.
Andiamo ad analizzare, dunque, questo 1980 appena conclusosi, iniziando dalla situazione nel nostro Paese.
Erano anni difficili, in Italia, a causa delle tensioni dovute alle numerose azioni violente e sovversive dei cosiddetti "anni di piombo", in via di conclusione.
Ne è perfetta rappresentazione la Strage di Bologna del 2 agosto, uno dei due gravi eventi che insanguinarono l'estate italiana di quell'anno, insieme alla Strage di Ustica (slegata però ai movimenti sovversivi nel nostro paese).
Tutto ciò si accompagnava a una sempre più scarsa fiducia dell'italiano nei confronti delle sue istituzioni, e questo trova riscontro in due diverse opere: Colpa D'Alfredo di Vasco Rossi, dove il brano Asilo Republic espone con ironia le perplessità del rocker nei confronti delle alte cariche dello Stato, e in una scena di Fantozzi Contro Tutti, in cui l'iconico ragioniere getta la maschera e, in un breve monologo, si identifica proprio con l'italiano, ammettendo, tra le altre cose, di aver perso fiducia nelle sue istituzioni.
La pellicola fa inoltre più volte riferimento alla crisi economica che in quegli anni rendeva la vita difficile a moltissime persone.
Parlando di crisi economica, un'altra opera che fa riferimento alla recessione che stava tartassando alcuni paesi (in questo caso, l'America) alla fine degli anni Settanta è The River, maxi-album di Bruce Springsteen, la cui canzone omonima parla appunto delle difficoltà dei suoi familiari in quel turbolento periodo economico.
Questa svolta più impegnata del Boss sancirà una nuova fase della sua carriera, in un periodo di rivoluzione generale della musica rock.
Rivoluzione che parte da gruppi e artisti già esistenti e affermati, tra cui, indubbiamente, è necessario citare i Queen: The Game è il loro album del 1980, e contiene alcuni dei loro più grandi classici, come Another One Bites The Dust.
Ma i Queen non sono l'unico gruppo a "salire di livello" in questo inizio di decennio.
A proposito di rivoluzioni nel mondo del rock, il 1980 è stato un anno di notevoli successi e innovazioni, in tal senso, avendo visto l'uscita di diversi album destinati a fare la storia.
L'anno è stato, peraltro, segnato da due grandi perdite, una all'inizio e una alla fine: Bon Scott, per gli AC/DC, e John Lennon.
Come accennava John Belushi riferendosi al suo avvicinamento al blues, il rock stava vivendo un periodo un po' stagnante: i lunghi riff di chitarra e i ritmi lenti del metal stavano facendo allontanare molti ascoltatori, dando più spazio al punk sempre più in ascesa grazie anche e soprattutto ai Ramones.
Il ritmo più veloce ed energico influenzò artisti quali i Clash e, soprattutto, rivitalizzò gli AC/DC stessi, che nonostante il lutto rientrarono energicamente in gioco con quello che sarebbe di lì a poi diventato il secondo album più venduto nella storia della musica: Back in Black.
L'album sarebbe anche stato un'ottima influenza per Ace of Spades dei Motörhead, altro disco destinato a tracciare la linea per il più vibrante thrash metal degli anni '80.
Un genere figlio del rock che invece viveva un periodo d'oro, almeno in Europa, è lo ska, che si dimostra onnipresente nelle chart europee e appare anche in un film, europeo a sua volta, che del mondo dei giovani dell'epoca è profondamente il simbolo: Il Tempo Delle Mele.
Parlando di giovani ragazze, (anche) a loro è indirizzato uno dei videogiochi più celebri di tutti i tempi: Pac-Man.
I personaggi colorati e l'atmosfera più bizzarra e leggera erano proprio dovuti al desiderio di Namco di attrarre un pubblico più ampio rispetto ai classici giocatori di Space Invaders, e considerando l'enorme successo del personaggio e della serie, indubbiamente fu un'operazione riuscita.
Il gioco presenta alcune delle più importanti innovazioni in grado di tracciare il cammino per le altre opere videoludiche dei decenni a seguire, come l'introduzione di un accenno d'intelligenza artificiale per i nemici e la presenza di brevi filmati tra un livello e l'altro.
I videogiochi diventavano sempre più una azzeccata rappresentazione del concetto di futuro, perfetti compagni di un immaginario orientato verso la fantascienza e la "potenza della tecnologia", complici anche molti successi cinematografici che cavalcavano la sempre più grande attesa per il "nuovo millennio" e le tecnologie fantastiche che sarebbero giunte con lui.
L'originale Star Wars diede una sferzata notevole al genere fantascientifico sul finire degli anni '70, e inevitabilmente a seguire molti altri film si sarebbero accodati alle sue innovazioni.
In primis, il secondo capitolo della saga, L'Impero Colpisce Ancora, alza immediatamente l'asticella introducendo personaggi estremamente celebri come Yoda, e la leggendaria Marcia Imperiale, elevando definitivamente la serie a uno dei capisaldi della storia del cinema.
Altrettanto ambizioso ma decisamente più kitsh è Flash Gordon, prodotto da Dino De Laurentiis e diventato, nella sua bizzarria un po' caciarona, un autentico cult.
A fargli compagnia, nella lista delle pellicole ispirate a un'opera a fumetti, Superman II, dalla produzione difficoltosa ma dal risultato decisamente più riuscito rispetto al suo collega.
E Superman non era l'unico eroe DC Comics a brillare, nel 1980...
Per rispondere al sempre più grande successo degli X-Men di Chris Claremont e John Byrne (che nel corso dell'anno avevano aperto e chiuso la Saga di Fenice Nera), la DC decise di accogliere tra le sue file Marv Wolfman e George Pérez, e di affidar loro la squadra di eroi adolescenti chiamata I Giovani Titani.
La serie ebbe successo immediato, riuscendo a rivaleggiare coi mutanti Marvel e dando una nuova spinta ai team creativi della Distinta Concorrenza.
Respinto dalla Distinta Concorrenza ma accolto dalla Casa delle Idee è Frank Miller, che guadagna sempre più libertà creativa e centro dell'attenzione, andando a diventare a fine anno l'autore e disegnatore in toto di Daredevil, apportando modifiche che non solo renderanno la sua run una delle più apprezzate, ma anche delle più influenti e che aiuteranno l'occidente a entrare sempre più in confidenza con il mondo dell'oriente, e in particolare del Giappone.
Parlando di Giappone, il mondo dei manga vedeva il debutto in volume di due opere destinate a segnare il genere delle letture per ragazzi: Dr. Slump dà una vigorosa sferzata al genere comico, facendo trasparire il genio del suo autore, Akira Toriyama, le cui opere continuano ad essere amate e ampliate ancora oggi; Kinnikuman, invece, per quanto ben poco noto nel nostro paese, rappresenta una colonna portante dell'immaginario collettivo giapponese, introducendo il mix, oggi divenuto classico, di ironia e azione e adattandolo al mondo del wrestling.
Da un lato, il futuro sempre più vicino, l'innovazione tecnologica, un immaginario sempre più ricco e cosmopolita; dall'altro, la realtà, i problemi politici, le insicurezze, le difficoltà economiche, le tensioni belliche.
Nel 1980 c'era una gran voglia di futuro, e le novità in tutti i campi dell'intrattenimento non facevano altro che rendere ancora più entusiasmante fantasticare su ciò che un giorno sarebbero potuti diventare i videogiochi, i film, i fumetti; la dura realtà, tuttavia, veniva percepita come traballante e spaventevole, e quindi non consentiva di accogliere il futuro con la giusta "voglia", senza tenere in considerazione il timore di una rovina imminente.
Tuttavia, il futuro, inesorabile, arriva, con i suoi carichi di cambiamenti e stravolgimenti: andiamo, dunque, a scoprire come sarà il 1981.
Un anno di grandi svolte, che fanno da apripista a quello che sarà effettivamente il decennio appena iniziato.
L'obiettivo principale di questo blog è proprio analizzare anno per anno i cambiamenti sociali e culturali attraverso tutto ciò che è "pop", con una particolare attenzione proprio per gli avvenimenti più "leggeri": ci sarà spazio per l'attualità dell'epoca, ma il giusto, per non soprassedere su avvenimenti particolarmente importanti.
Andiamo ad analizzare, dunque, questo 1980 appena conclusosi, iniziando dalla situazione nel nostro Paese.
Erano anni difficili, in Italia, a causa delle tensioni dovute alle numerose azioni violente e sovversive dei cosiddetti "anni di piombo", in via di conclusione.
Ne è perfetta rappresentazione la Strage di Bologna del 2 agosto, uno dei due gravi eventi che insanguinarono l'estate italiana di quell'anno, insieme alla Strage di Ustica (slegata però ai movimenti sovversivi nel nostro paese).
Tutto ciò si accompagnava a una sempre più scarsa fiducia dell'italiano nei confronti delle sue istituzioni, e questo trova riscontro in due diverse opere: Colpa D'Alfredo di Vasco Rossi, dove il brano Asilo Republic espone con ironia le perplessità del rocker nei confronti delle alte cariche dello Stato, e in una scena di Fantozzi Contro Tutti, in cui l'iconico ragioniere getta la maschera e, in un breve monologo, si identifica proprio con l'italiano, ammettendo, tra le altre cose, di aver perso fiducia nelle sue istituzioni.
La pellicola fa inoltre più volte riferimento alla crisi economica che in quegli anni rendeva la vita difficile a moltissime persone.
Parlando di crisi economica, un'altra opera che fa riferimento alla recessione che stava tartassando alcuni paesi (in questo caso, l'America) alla fine degli anni Settanta è The River, maxi-album di Bruce Springsteen, la cui canzone omonima parla appunto delle difficoltà dei suoi familiari in quel turbolento periodo economico.
Questa svolta più impegnata del Boss sancirà una nuova fase della sua carriera, in un periodo di rivoluzione generale della musica rock.
Rivoluzione che parte da gruppi e artisti già esistenti e affermati, tra cui, indubbiamente, è necessario citare i Queen: The Game è il loro album del 1980, e contiene alcuni dei loro più grandi classici, come Another One Bites The Dust.
Ma i Queen non sono l'unico gruppo a "salire di livello" in questo inizio di decennio.
A proposito di rivoluzioni nel mondo del rock, il 1980 è stato un anno di notevoli successi e innovazioni, in tal senso, avendo visto l'uscita di diversi album destinati a fare la storia.
L'anno è stato, peraltro, segnato da due grandi perdite, una all'inizio e una alla fine: Bon Scott, per gli AC/DC, e John Lennon.
Come accennava John Belushi riferendosi al suo avvicinamento al blues, il rock stava vivendo un periodo un po' stagnante: i lunghi riff di chitarra e i ritmi lenti del metal stavano facendo allontanare molti ascoltatori, dando più spazio al punk sempre più in ascesa grazie anche e soprattutto ai Ramones.
Il ritmo più veloce ed energico influenzò artisti quali i Clash e, soprattutto, rivitalizzò gli AC/DC stessi, che nonostante il lutto rientrarono energicamente in gioco con quello che sarebbe di lì a poi diventato il secondo album più venduto nella storia della musica: Back in Black.
L'album sarebbe anche stato un'ottima influenza per Ace of Spades dei Motörhead, altro disco destinato a tracciare la linea per il più vibrante thrash metal degli anni '80.
Un genere figlio del rock che invece viveva un periodo d'oro, almeno in Europa, è lo ska, che si dimostra onnipresente nelle chart europee e appare anche in un film, europeo a sua volta, che del mondo dei giovani dell'epoca è profondamente il simbolo: Il Tempo Delle Mele.
Parlando di giovani ragazze, (anche) a loro è indirizzato uno dei videogiochi più celebri di tutti i tempi: Pac-Man.
I personaggi colorati e l'atmosfera più bizzarra e leggera erano proprio dovuti al desiderio di Namco di attrarre un pubblico più ampio rispetto ai classici giocatori di Space Invaders, e considerando l'enorme successo del personaggio e della serie, indubbiamente fu un'operazione riuscita.
Il gioco presenta alcune delle più importanti innovazioni in grado di tracciare il cammino per le altre opere videoludiche dei decenni a seguire, come l'introduzione di un accenno d'intelligenza artificiale per i nemici e la presenza di brevi filmati tra un livello e l'altro.
I videogiochi diventavano sempre più una azzeccata rappresentazione del concetto di futuro, perfetti compagni di un immaginario orientato verso la fantascienza e la "potenza della tecnologia", complici anche molti successi cinematografici che cavalcavano la sempre più grande attesa per il "nuovo millennio" e le tecnologie fantastiche che sarebbero giunte con lui.
L'originale Star Wars diede una sferzata notevole al genere fantascientifico sul finire degli anni '70, e inevitabilmente a seguire molti altri film si sarebbero accodati alle sue innovazioni.
In primis, il secondo capitolo della saga, L'Impero Colpisce Ancora, alza immediatamente l'asticella introducendo personaggi estremamente celebri come Yoda, e la leggendaria Marcia Imperiale, elevando definitivamente la serie a uno dei capisaldi della storia del cinema.
Altrettanto ambizioso ma decisamente più kitsh è Flash Gordon, prodotto da Dino De Laurentiis e diventato, nella sua bizzarria un po' caciarona, un autentico cult.
A fargli compagnia, nella lista delle pellicole ispirate a un'opera a fumetti, Superman II, dalla produzione difficoltosa ma dal risultato decisamente più riuscito rispetto al suo collega.
E Superman non era l'unico eroe DC Comics a brillare, nel 1980...
Per rispondere al sempre più grande successo degli X-Men di Chris Claremont e John Byrne (che nel corso dell'anno avevano aperto e chiuso la Saga di Fenice Nera), la DC decise di accogliere tra le sue file Marv Wolfman e George Pérez, e di affidar loro la squadra di eroi adolescenti chiamata I Giovani Titani.
La serie ebbe successo immediato, riuscendo a rivaleggiare coi mutanti Marvel e dando una nuova spinta ai team creativi della Distinta Concorrenza.
Respinto dalla Distinta Concorrenza ma accolto dalla Casa delle Idee è Frank Miller, che guadagna sempre più libertà creativa e centro dell'attenzione, andando a diventare a fine anno l'autore e disegnatore in toto di Daredevil, apportando modifiche che non solo renderanno la sua run una delle più apprezzate, ma anche delle più influenti e che aiuteranno l'occidente a entrare sempre più in confidenza con il mondo dell'oriente, e in particolare del Giappone.
Parlando di Giappone, il mondo dei manga vedeva il debutto in volume di due opere destinate a segnare il genere delle letture per ragazzi: Dr. Slump dà una vigorosa sferzata al genere comico, facendo trasparire il genio del suo autore, Akira Toriyama, le cui opere continuano ad essere amate e ampliate ancora oggi; Kinnikuman, invece, per quanto ben poco noto nel nostro paese, rappresenta una colonna portante dell'immaginario collettivo giapponese, introducendo il mix, oggi divenuto classico, di ironia e azione e adattandolo al mondo del wrestling.
Parlando di wrestling e Giappone, le grandi leggende come Giant Baba e Antonio Inoki continuavano ad essere sulla cresta dell'onda, ma nuove leve, come Genichiro Tenryu, Jumbo Tsuruta e soprattutto Satoru Sayama, cominciavano a guadagnarsi la loro fetta di popolarità.
Sul fronte americano, un giovanissimo Hulk Hogan dichiara di essere "the new super hero of the '80s", e per quanto sia la classica uscita da promo con auto-dichiarazioni di grandezza, è pure una gran bella previsione di quello che verrà.
Guadagna visibilità anche Sgt. Slaughter, qui ancora cattivo e guerrafondaio, ma destinato a diventare un altro dei grandi eroi americani del ring dell'era Reagan.
A proposito di era Reagan e di un più intenso patriottismo da parte degli americani, impossibile parlare del 1980 senza parlare delle tensioni tra Stati Uniti e Unione Sovietica nel pieno della Guerra Fredda, che, come nei discorsi di Slaughter, si riversarono anche in altri ambiti sportivi.
Iconico è il "Miracolo su Ghiaccio" a Lake Placid, New York, dove vennero ospitate le Olimpiadi Invernali: la squadra di hockey su ghiaccio americana, composta perlopiù da dilettanti, riuscì a sconfiggere l'apparentemente invincibile squadra di professionisti dell'Unione Sovietica, rinvigorendo l'immaginario collettivo e ispirando diversi racconti futuri sullo stesso tema.
Passando dalle Olimpiadi invernali a quelle estive, a Mosca, famoso fu il boicottaggio di massa da parte di 65 paesi, tra cui Stati Uniti (ovviamente), Cina e Giappone, come protesta verso l'invasione dell'Afghanistan da parte delle forze sovietiche.
Sul fronte americano, un giovanissimo Hulk Hogan dichiara di essere "the new super hero of the '80s", e per quanto sia la classica uscita da promo con auto-dichiarazioni di grandezza, è pure una gran bella previsione di quello che verrà.
Guadagna visibilità anche Sgt. Slaughter, qui ancora cattivo e guerrafondaio, ma destinato a diventare un altro dei grandi eroi americani del ring dell'era Reagan.
A proposito di era Reagan e di un più intenso patriottismo da parte degli americani, impossibile parlare del 1980 senza parlare delle tensioni tra Stati Uniti e Unione Sovietica nel pieno della Guerra Fredda, che, come nei discorsi di Slaughter, si riversarono anche in altri ambiti sportivi.
Iconico è il "Miracolo su Ghiaccio" a Lake Placid, New York, dove vennero ospitate le Olimpiadi Invernali: la squadra di hockey su ghiaccio americana, composta perlopiù da dilettanti, riuscì a sconfiggere l'apparentemente invincibile squadra di professionisti dell'Unione Sovietica, rinvigorendo l'immaginario collettivo e ispirando diversi racconti futuri sullo stesso tema.
Passando dalle Olimpiadi invernali a quelle estive, a Mosca, famoso fu il boicottaggio di massa da parte di 65 paesi, tra cui Stati Uniti (ovviamente), Cina e Giappone, come protesta verso l'invasione dell'Afghanistan da parte delle forze sovietiche.
Da un lato, il futuro sempre più vicino, l'innovazione tecnologica, un immaginario sempre più ricco e cosmopolita; dall'altro, la realtà, i problemi politici, le insicurezze, le difficoltà economiche, le tensioni belliche.
Nel 1980 c'era una gran voglia di futuro, e le novità in tutti i campi dell'intrattenimento non facevano altro che rendere ancora più entusiasmante fantasticare su ciò che un giorno sarebbero potuti diventare i videogiochi, i film, i fumetti; la dura realtà, tuttavia, veniva percepita come traballante e spaventevole, e quindi non consentiva di accogliere il futuro con la giusta "voglia", senza tenere in considerazione il timore di una rovina imminente.
Tuttavia, il futuro, inesorabile, arriva, con i suoi carichi di cambiamenti e stravolgimenti: andiamo, dunque, a scoprire come sarà il 1981.
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