Emigrante? No, debuttante: Ricomincio da Tre, di e con Massimo Troisi
C'è una sensazione che possono comprendere solo coloro che sono cresciuti in provincia, magari in una famiglia molto "tradizionalista" e dalla mentalità arretrata: quella sensazione di leggero (o pesante) strangolamento dell'anima, quella sensazione di "fuori posto", quella tremenda voglia di fuggire da una vita precotta consapevoli che c'è molto, molto di più nel mondo.
Di questa sensazione parla Ricomincio da Tre, debutto da regista di Massimo Troisi, commedia che, per quanto, appunto, opera prima, si rivelerà essere anche di enorme successo.
Gaetano è un giovane di un piccolo comune nella provincia di Napoli, annoiato e stanco della sua vita estremamente limitata.
Deciso ad allontanarsi dalla famiglia molto antiquata e poco affettiva (basti pensare che il padre, nella perenne attesa che un miracolo di Dio gli faccia ricrescere la mano, per convincerlo a restare parte dalla frase "quei pochi soldi che guadagni ci fanno comodo"), e insoddisfatto del suo lavoro di venditore di aranciate, parte con l'autostop alla volta di Firenze, per farsi ospitare dalla zia.
Il viaggio travagliato gli permette di fare la conoscenza di Marta, infermiera e scrittrice che ne catturerà le attenzioni.
La vita di città, però, è l'estremo opposto di quella troppo placida e tradizionalista di campagna: saprà, Gaetano, adattarcisi?
Il personaggio di Gaetano, perennemente in equilibrio tra le sue origini provinciali e le ingenuità che si portano dietro (basti pensare che cerca in continuazione di muovere oggetti con la forza del pensiero, convinto di poter fare, così, una fortuna) e la sua anima progressista, dovuta alla giovane età (basti invece pensare alla scena con la signora Ida e il figlio Robertino), risulta tanto divertente e surreale quanto credibile, segno della grandissima sensibilità di Troisi.
Il suo esordio dietro la macchina da presa fu un enorme successo: di pubblico, con 15 miliardi di lire di incassi e una permanenza nelle sale di 43 settimane consecutive, e di critica, con quattro nomination ai David di Donatello (miglior film, vinto, miglior attore protagonista, vinto, miglior sceneggiatura e miglior produttore) e sei nomination ai Nastri D'Argento (miglior regista esordiente, vinto, miglior produttore, vinto, miglior soggetto, vinto, miglior attore esordiente, Troisi, vinto, miglior attore protagonista, sempre Troisi, e miglior attore non protagonista, Lello Arena).
Il passaggio dal teatro al cinema, per Troisi, sarà quindi più che riuscito, regalandoci, per cominciare, un ritratto divertente e delicato del piccolo grande tormento di quegli spiriti troppo affamati di vita per la piccola provincia, da nord a sud.
Di questa sensazione parla Ricomincio da Tre, debutto da regista di Massimo Troisi, commedia che, per quanto, appunto, opera prima, si rivelerà essere anche di enorme successo.
Gaetano è un giovane di un piccolo comune nella provincia di Napoli, annoiato e stanco della sua vita estremamente limitata.
Deciso ad allontanarsi dalla famiglia molto antiquata e poco affettiva (basti pensare che il padre, nella perenne attesa che un miracolo di Dio gli faccia ricrescere la mano, per convincerlo a restare parte dalla frase "quei pochi soldi che guadagni ci fanno comodo"), e insoddisfatto del suo lavoro di venditore di aranciate, parte con l'autostop alla volta di Firenze, per farsi ospitare dalla zia.
Il viaggio travagliato gli permette di fare la conoscenza di Marta, infermiera e scrittrice che ne catturerà le attenzioni.
La vita di città, però, è l'estremo opposto di quella troppo placida e tradizionalista di campagna: saprà, Gaetano, adattarcisi?
Il personaggio di Gaetano, perennemente in equilibrio tra le sue origini provinciali e le ingenuità che si portano dietro (basti pensare che cerca in continuazione di muovere oggetti con la forza del pensiero, convinto di poter fare, così, una fortuna) e la sua anima progressista, dovuta alla giovane età (basti invece pensare alla scena con la signora Ida e il figlio Robertino), risulta tanto divertente e surreale quanto credibile, segno della grandissima sensibilità di Troisi.
Il suo esordio dietro la macchina da presa fu un enorme successo: di pubblico, con 15 miliardi di lire di incassi e una permanenza nelle sale di 43 settimane consecutive, e di critica, con quattro nomination ai David di Donatello (miglior film, vinto, miglior attore protagonista, vinto, miglior sceneggiatura e miglior produttore) e sei nomination ai Nastri D'Argento (miglior regista esordiente, vinto, miglior produttore, vinto, miglior soggetto, vinto, miglior attore esordiente, Troisi, vinto, miglior attore protagonista, sempre Troisi, e miglior attore non protagonista, Lello Arena).
Il passaggio dal teatro al cinema, per Troisi, sarà quindi più che riuscito, regalandoci, per cominciare, un ritratto divertente e delicato del piccolo grande tormento di quegli spiriti troppo affamati di vita per la piccola provincia, da nord a sud.
Commenti
Posta un commento