Sulle sponde del rock: The River di Bruce Springsteen

Il processo creativo dietro la realizzazione di un album può essere complesso, richiedere diversi cambi di rotta e di rielaborare, spostare, modificare numerosi brani, qualora all'artista, soprattutto se di pregio, il risultato finale non convinca.
Ecco perché The River, originariamente intitolato The Ties That Bind, da che doveva essere un album singolo in uscita a Natale 1979 finì per uscire in formato doppio a ottobre 1980, praticamente un anno dopo.
Prima avrebbe dovuto contenere dieci canzoni, poi sono diventate venti, ma in totale Springsteen ne scrisse cinquanta: molti dei brani presenti nell'album faranno da apripista per lo stile del Boss negli anni a venire, rendendo The River un album da vero punto di svolta nella sua carriera.
Il brano che dà titolo al maximegaalbum, The River, venne scritto durante la breve recessione economica americana alla fine degli anni '70, e parla proprio di tempi difficili, di come a volte ci si possa ritrovare a dover riorganizzare la propria vita dopo fallimenti che non sono nemmeno dovuti a delle nostre mancanze.
Springsteen lo dedica a sua sorella e a suo cognato, che in quel periodo, come si nota nel testo della canzone, lavorava nel settore edilizio e, trovatosi senza occupazione, fece molta fatica a tirare avanti.
Queste tematiche saranno riprese molto di più negli anni a venire, sia dallo stesso artista che da altri, andando a creare il cosiddetto genere Heartland Rock, più "impegnato" del rock d'intrattenimento tradizionale.


Ai tempi dell'uscita, venne definito una "pietra miliare del rock", ed è difficile non vedere questo immenso doppio album come tale, considerata l'influenza e l'importanza dei brani al suo interno.
Ne è valsa la pena, dunque, di aspettare un anno in più per l'uscita di The River, ex The Ties That Bind; un lavoro ben fatto richiede tempo, cura e attenzione.
E definire The River un lavoro ben fatto sarebbe persino riduttivo.


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