L'umano e il mostruoso: Fantozzi Contro Tutti
Anno 1980: la recente crisi economica ha generato un inaspettato attaccamento al lavoro, anche in aziende mostruose come la Megaditta dove lavora il ragionier Ugo Fantozzi, sempre più vessato dai suoi grandi capi e sempre più vittima dei suoi tempi.
La teledipendenza, le gite fuori porta mal gestite, i problemi di coppia, la mania per le corse in bicicletta e le barche lussuose dei suoi superiori, persino eventi paranormali che avvengono in cielo faranno di tutto per minare la regolarissima vita del tragico eroe urbano, riuscendo perfettamente nel loro intento.
Al di là della leggendaria comicità del personaggio di Paolo Villaggio, il film risulta interessantissimo (nell'ottica di questo blog) per il suo essere uno straordinario ricettacolo di informazioni "a livello d'uomo" sulla situazione economica e sociale dell'Italia del periodo.
Il primo episodio, ad esempio, vede Fantozzi dipendente dal telecomando, con l'ossessione per il cambio del canale, e questo riflette perfettamente la situazione televisiva dell'epoca: ormai da qualche anno in Italia il monopolio della Rai si era concluso, con le numerosissime TV private in sempre maggiore ascesa, tanto che un paio di mesi prima dell'uscita del film nascerà Canale 5, la prima vera tv privata "di peso" che farà da apripista all'innovazione portata avanti da Fininvest per il resto del decennio.
Viene citata inoltre più e più volte la crisi economica degli anni Settanta, la svalutazione della Lira, la perdita di fiducia dell'italiano medio nei suoi politici e nelle istituzioni: nel suo essere un teatro dell'assurdo, Fantozzi mantiene salda la presa sulla realtà, fornendo un ritratto del paese che non risulta particolarmente amaro solo perché contornato da una spessissima cornice di comicità esagerata e strabordante.
La pellicola ci offre pressoché tutto ciò che rende meraviglioso l'immaginario tragico fantozziano: la miopia e l'eterna voglia di organizzare eventi disastrosi del ragionier Filini, l'arroganza del geometra Calboni, la bruttezza della piccola Mariangela, l'identità tra il sacrale e il divino delle alte sfere della megaditta; tutto ci riporta in quel microcosmo che estremizza, in maniera talmente disastrosa da risultare irresistibile, i problemi dell'uomo medio della sua epoca.
Il film è, peraltro, diretto da un semi-esordiente Neri Parenti, che diventerà poi un'autentica icona del cinema leggero italiano.
Fantozzi Contro Tutti è uno dei capisaldi delle repliche televisive italiane, un film in grado di far ridere, e riflettere, qualunque suo spettatore.
La teledipendenza, le gite fuori porta mal gestite, i problemi di coppia, la mania per le corse in bicicletta e le barche lussuose dei suoi superiori, persino eventi paranormali che avvengono in cielo faranno di tutto per minare la regolarissima vita del tragico eroe urbano, riuscendo perfettamente nel loro intento.
Al di là della leggendaria comicità del personaggio di Paolo Villaggio, il film risulta interessantissimo (nell'ottica di questo blog) per il suo essere uno straordinario ricettacolo di informazioni "a livello d'uomo" sulla situazione economica e sociale dell'Italia del periodo.
Il primo episodio, ad esempio, vede Fantozzi dipendente dal telecomando, con l'ossessione per il cambio del canale, e questo riflette perfettamente la situazione televisiva dell'epoca: ormai da qualche anno in Italia il monopolio della Rai si era concluso, con le numerosissime TV private in sempre maggiore ascesa, tanto che un paio di mesi prima dell'uscita del film nascerà Canale 5, la prima vera tv privata "di peso" che farà da apripista all'innovazione portata avanti da Fininvest per il resto del decennio.
Viene citata inoltre più e più volte la crisi economica degli anni Settanta, la svalutazione della Lira, la perdita di fiducia dell'italiano medio nei suoi politici e nelle istituzioni: nel suo essere un teatro dell'assurdo, Fantozzi mantiene salda la presa sulla realtà, fornendo un ritratto del paese che non risulta particolarmente amaro solo perché contornato da una spessissima cornice di comicità esagerata e strabordante.
La pellicola ci offre pressoché tutto ciò che rende meraviglioso l'immaginario tragico fantozziano: la miopia e l'eterna voglia di organizzare eventi disastrosi del ragionier Filini, l'arroganza del geometra Calboni, la bruttezza della piccola Mariangela, l'identità tra il sacrale e il divino delle alte sfere della megaditta; tutto ci riporta in quel microcosmo che estremizza, in maniera talmente disastrosa da risultare irresistibile, i problemi dell'uomo medio della sua epoca.
Il film è, peraltro, diretto da un semi-esordiente Neri Parenti, che diventerà poi un'autentica icona del cinema leggero italiano.
Fantozzi Contro Tutti è uno dei capisaldi delle repliche televisive italiane, un film in grado di far ridere, e riflettere, qualunque suo spettatore.
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