Doppia, e ultima, fantasia: Double Fantasy di John Lennon e Yoko Ono
L'8 dicembre del 1980, John Lennon veniva assassinato nei pressi della sua abitazione di New York City.
Qualche settimana prima, il 17 novembre, raggiungeva i negozi l'ultimo lavoro dell'artista, sempre in coppia con la moglie Yoko Ono: Double Fantasy, che vede i due alternarsi nella disposizione dei brani lungo tutto l'album.
Non è mai stata mia intenzione dare troppo spazio ai fatti di cronaca in questi lidi, preferendo concentrarmi su argomenti più leggeri e "cultura pop", e per quanto in questo caso cultura pop e cronaca si fondano, porterò il focus sull'album in sé e per sé, lasciando sullo sfondo la grave perdita di quel giorno di dicembre di quasi quarant'anni fa.
Lennon veniva da cinque anni di inattività musicale pressoché totale, preferendo dedicarsi alla crescita del figlio Sean; tuttavia, dopo una disavventura marittima, si sentì rinvigorito e decise di tornare ad essere musicalmente attivo a tempo pieno.
Le sessioni di registrazione del nuovo album rimasero, comunque, segrete fino a che la coppia non si sentì sufficientemente soddisfatta dai risultati delle prime sessioni; a quel punto venne sparsa la voce che i due sarebbero tornati con un nuovo lavoro, e le case discografiche cominciarono a darsi battaglia per accaparrarsi i diritti dell'album.
A vincere fu la Geffen Records, perché il suo co-fondatore chiese di parlare con Yoko per prima e considerò il suo contributo pari a quello di Lennon.
L'album è molto intimista e concentrato sul rapporto tra Lennon e Ono, in un certo senso anche troppo: per quanto musicalmente ineccepibile, dal punto di vista dei testi è praticamente l'equivalente del qualche centinaio di diapositive che ti mostra la coppia di amici di ritorno dalla luna di miele; eccessivo e ridondante.
Essendo, tuttavia, l'ultimo album di John Lennon, ci fornisce anche una perfetta inquadratura dell'uomo che era al momento della scomparsa: una persona innamorata, felice, in cerca di positività.
Qualche settimana prima, il 17 novembre, raggiungeva i negozi l'ultimo lavoro dell'artista, sempre in coppia con la moglie Yoko Ono: Double Fantasy, che vede i due alternarsi nella disposizione dei brani lungo tutto l'album.
Non è mai stata mia intenzione dare troppo spazio ai fatti di cronaca in questi lidi, preferendo concentrarmi su argomenti più leggeri e "cultura pop", e per quanto in questo caso cultura pop e cronaca si fondano, porterò il focus sull'album in sé e per sé, lasciando sullo sfondo la grave perdita di quel giorno di dicembre di quasi quarant'anni fa.
Lennon veniva da cinque anni di inattività musicale pressoché totale, preferendo dedicarsi alla crescita del figlio Sean; tuttavia, dopo una disavventura marittima, si sentì rinvigorito e decise di tornare ad essere musicalmente attivo a tempo pieno.
Le sessioni di registrazione del nuovo album rimasero, comunque, segrete fino a che la coppia non si sentì sufficientemente soddisfatta dai risultati delle prime sessioni; a quel punto venne sparsa la voce che i due sarebbero tornati con un nuovo lavoro, e le case discografiche cominciarono a darsi battaglia per accaparrarsi i diritti dell'album.
A vincere fu la Geffen Records, perché il suo co-fondatore chiese di parlare con Yoko per prima e considerò il suo contributo pari a quello di Lennon.
L'album è molto intimista e concentrato sul rapporto tra Lennon e Ono, in un certo senso anche troppo: per quanto musicalmente ineccepibile, dal punto di vista dei testi è praticamente l'equivalente del qualche centinaio di diapositive che ti mostra la coppia di amici di ritorno dalla luna di miele; eccessivo e ridondante.
Essendo, tuttavia, l'ultimo album di John Lennon, ci fornisce anche una perfetta inquadratura dell'uomo che era al momento della scomparsa: una persona innamorata, felice, in cerca di positività.
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