Back in Black: resurrezione sul tetto del mondo
Si potrebbe pensare che la morte del frontman possa essere un momento di estrema difficoltà tecnica e artistica per un gruppo musicale.
Mettendo forzatamente da parte l'ovvio impatto emotivo della prematura dipartita, ritrovarsi senza cantante è sicuramente un bel guaio, perché a quel punto partono le eventuali ricerche per un sostituto, e il rischio che si perda un po' della magia è elevatissimo.
Nel 1980 gli AC/DC si ritrovarono senza il cantante Bon Scott, morto durante i primi mesi dell'anno, e si ritrovarono a cercare un nuovo vocalist, trovandolo in Brian Johnson, e questo è il primo album della loro carriera col nuovo cantante a dare voce al loro hard rock.
Ed è il secondo album più venduto nella storia della musica.
Non fraintendete: la morte di Bon Scott devastò emotivamente il gruppo, tanto da fargli meditare lo scioglimento, ma le loro famiglie e i loro amici li spinsero ad andare avanti, anche in memoria del compagno caduto (in una notte particolarmente alcolica, ma non poteva essere diversamente).
Subito dopo il funerale di Scott, il gruppo cominciò a cercare un nuovo cantante, tenendo provini che si rivelarono presto noiosi e vennero realizzati controvoglia: questo perché il loro produttore gli aveva presentato poco tempo prima Brian Johnson, e questi aveva così positivamente impressionato il gruppo da essere stato considerato "già dentro".
Poco tempo dopo venne infatti sottoposto a un secondo provino e poi gli venne immediatamente affidata la parte a sorpresa.
Una bella sorpresa, indubbiamente.
La registrazione dell'album avvenne alle Bahamas, durante un periodo di tempeste tropicali che resero le cose più difficili da un punto di vista tecnico ma furono di certa ispirazione per le tipiche atmosfere tonanti del gruppo; nessuna frase di Scott venne utilizzata dal gruppo in fase di lavorazione, perché il gruppo non volle speculare sulla sua scomparsa.
Il risultato finale?
Un punto di svolta nella storia del Metal, che a quei tempi si stava facendo sempre più "lento" e concentrato su lunghissimi riff di chitarra, e che invece è qui più veloce, furioso e roboante che mai, andando a prendere quest'energia dal punk e andando soprattutto a spianare la strada a band più feroci come i "futuri" Metallica.
Dove altri gruppi sarebbero caduti, gli AC/DC si sono rialzati più forti, spavaldi, sessualmente selvaggi e musicalmente tonanti di prima, nonostante la perdita celebrata dalla cover, interamente nera in segno di lutto, dell'album pivotale del rock anni '80.
Mettendo forzatamente da parte l'ovvio impatto emotivo della prematura dipartita, ritrovarsi senza cantante è sicuramente un bel guaio, perché a quel punto partono le eventuali ricerche per un sostituto, e il rischio che si perda un po' della magia è elevatissimo.
Nel 1980 gli AC/DC si ritrovarono senza il cantante Bon Scott, morto durante i primi mesi dell'anno, e si ritrovarono a cercare un nuovo vocalist, trovandolo in Brian Johnson, e questo è il primo album della loro carriera col nuovo cantante a dare voce al loro hard rock.
Ed è il secondo album più venduto nella storia della musica.
In questa foto sembra Benedict Cumberbatch ma fa niente |
Subito dopo il funerale di Scott, il gruppo cominciò a cercare un nuovo cantante, tenendo provini che si rivelarono presto noiosi e vennero realizzati controvoglia: questo perché il loro produttore gli aveva presentato poco tempo prima Brian Johnson, e questi aveva così positivamente impressionato il gruppo da essere stato considerato "già dentro".
Poco tempo dopo venne infatti sottoposto a un secondo provino e poi gli venne immediatamente affidata la parte a sorpresa.
Una bella sorpresa, indubbiamente.
La registrazione dell'album avvenne alle Bahamas, durante un periodo di tempeste tropicali che resero le cose più difficili da un punto di vista tecnico ma furono di certa ispirazione per le tipiche atmosfere tonanti del gruppo; nessuna frase di Scott venne utilizzata dal gruppo in fase di lavorazione, perché il gruppo non volle speculare sulla sua scomparsa.
Il risultato finale?
Un punto di svolta nella storia del Metal, che a quei tempi si stava facendo sempre più "lento" e concentrato su lunghissimi riff di chitarra, e che invece è qui più veloce, furioso e roboante che mai, andando a prendere quest'energia dal punk e andando soprattutto a spianare la strada a band più feroci come i "futuri" Metallica.
Dove altri gruppi sarebbero caduti, gli AC/DC si sono rialzati più forti, spavaldi, sessualmente selvaggi e musicalmente tonanti di prima, nonostante la perdita celebrata dalla cover, interamente nera in segno di lutto, dell'album pivotale del rock anni '80.
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