Iron Maiden: la nuova stella nel firmamento del metal
L'aprile del 1980 è stato particolarmente brillante per gli amanti della musica più "dura", perché se da un lato, come detto qui, il 3 del mese uscì Colpa D'Alfredo, il primo album su scala nazionale del rocker italiano Vasco Rossi, dall'altro il 14 vide la luce Iron Maiden, album di debutto della band omonima, per la prima volta alla conquista del mondo.
Prima di parlare dell'album però, pare giusto ricapitolare un po' come il gruppo sia arrivato al debutto.
La band nasce il giorno di Natale del 1975, per mano del bassista Steve Harris.
Il nome del gruppo proviene da uno strumento di tortura, il classico sarcofago pieno di aculei chiamato, appunto, Vergine di Ferro, e se può sembrare un riferimento a qualcosa di estremamente doloroso, è giusto dire che il tormento che esso può dare non è comparabile alla tormentata formazione del gruppo, cambiata ripetutamente dal momento della fondazione a quello del debutto.
Tra vocalist poco carismatici e chitarristi che fanno finta di suonare la chitarra coi denti, la band faticò molto a trovare un equilibrio, e anche negli anni a venire i cambiamenti sarebbero stati costanti.
Tuttavia, i loro concerti nei localini inglesi piacevano assai, e presto sarebbe venuta l'occasione di pubblicare un vero album.
Anche la produzione dell'album ebbe i suoi lati di tormento, visto che, al contrario di quanto accaduto coi Ramones, il produttore si dimostrò praticamente disinteressato verso il progetto, lasciando il gruppo a fare tutto da solo (e meno male che era il terzo che cambiavano).
Il che però ha implicato (narra la leggenda) il completamento dell'album stesso nel giro di 13 giorni.
Tenevano fretta.
La cover dell'album è la prima a mostrare il volto di Eddie, lo scheletro/zombie mascotte del gruppo, dopo essere apparsa a volto coperto sulla copertina del singolo Running Free; successivamente, il secondo singolo estratto dall'album, Sanctuary, vedrà Eddie sorpreso dopo aver assalito con un coltello nientemeno che il Primo Ministro britannico Margaret Thatcher; la Lady di Ferro (notate il collegamento?), però, sulla copertina di un singolo successivo si vendicherà con un mitra.
Ed ecco perché non bisogna prendersela con le donne.
Prima di parlare dell'album però, pare giusto ricapitolare un po' come il gruppo sia arrivato al debutto.
La band nasce il giorno di Natale del 1975, per mano del bassista Steve Harris.
Il nome del gruppo proviene da uno strumento di tortura, il classico sarcofago pieno di aculei chiamato, appunto, Vergine di Ferro, e se può sembrare un riferimento a qualcosa di estremamente doloroso, è giusto dire che il tormento che esso può dare non è comparabile alla tormentata formazione del gruppo, cambiata ripetutamente dal momento della fondazione a quello del debutto.
Tra vocalist poco carismatici e chitarristi che fanno finta di suonare la chitarra coi denti, la band faticò molto a trovare un equilibrio, e anche negli anni a venire i cambiamenti sarebbero stati costanti.
Tuttavia, i loro concerti nei localini inglesi piacevano assai, e presto sarebbe venuta l'occasione di pubblicare un vero album.
Anche la produzione dell'album ebbe i suoi lati di tormento, visto che, al contrario di quanto accaduto coi Ramones, il produttore si dimostrò praticamente disinteressato verso il progetto, lasciando il gruppo a fare tutto da solo (e meno male che era il terzo che cambiavano).
Il che però ha implicato (narra la leggenda) il completamento dell'album stesso nel giro di 13 giorni.
Tenevano fretta.
La cover dell'album è la prima a mostrare il volto di Eddie, lo scheletro/zombie mascotte del gruppo, dopo essere apparsa a volto coperto sulla copertina del singolo Running Free; successivamente, il secondo singolo estratto dall'album, Sanctuary, vedrà Eddie sorpreso dopo aver assalito con un coltello nientemeno che il Primo Ministro britannico Margaret Thatcher; la Lady di Ferro (notate il collegamento?), però, sulla copertina di un singolo successivo si vendicherà con un mitra.
Ed ecco perché non bisogna prendersela con le donne.
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