Momoko 120%: l'altra ragazza dello spazio
Me l'immagino un po' così, il dialogo all'interno del team di sviluppo, poco prima che Momoko 120% venisse distribuito nelle sale giochi di tutto il Giappone:
Impiegato A: "Ok, abbiamo fatto questo gioco di Lamù, ma non abbiamo avuto i diritti per la versione arcade, quindi l'abbiamo dovuto cambiare, avete tolto tutti gli elementi presi dalla serie?"
Impiegato B: "Certo, abbiamo eliminato tutti quegli elementi grafici che facevano riferimento a Lamù, signore"
Impiegato A: "Grafici? E la musica?"
Impiegato B:
Battute a parte, il gioco si presenta come il classico platform da prima metà anni '80, con livelli sviluppati più in verticale che in orizzontale, e la necessità di "scalarli" per riuscire ad uscirne.
Nella fattispecie, Momoko deve raggiungere la cima di ogni edificio in cui si trova sfruttando scale mobili, trampolini e altre soluzioni simili, cercando di non perdere troppo tempo perché (non si sa come mai) ogni edificio è in fiamme, e quindi rischia di essere raggiunta e perdere una vita.
In giro per i livelli ci sono numerosi mostri alieni che cercano di impedirle di raggiungere la salvezza (rappresentata da un dirigibile a cui appendersi sul tetto di ogni palazzo), ma lei può difendersi con una pistola potenziabile tramite i power-up rilasciati dai nemici più ostici.
Ogni livello rappresenta una diversa fase degli studi di una persona: scuola materna, elementari, medie, superiori e università, e Momoko "cresce" alla fine di ogni livello, cambiando aspetto ogni volta.
La versione per NES mantiene la medesima struttura, ma mantiene anche la licenza di Lamù: l'eroina di Rumiko Takahashi si ritrova coinvolta in un terremoto spazio-temporale che la fa viaggiare avanti e indietro lungo la sua infanzia, e come Momoko "cresce" di livello in livello, cercando di ricongiungersi al suo adorato Ataru.
Non impugna un'arma, ma si difende dai nemici sparando i suoi tipici fulmini dalle dita, e i mostri cambiano pattern d'attacco e, talvolta, punti deboli, oltre che aspetto.
Cambia d'aspetto anche il mezzo di fuga della protagonista, che diventa il suo UFO, con cui scappare dall'edificio di turno (sempre in fiamme).
In generale, se l'arcade ha un ritmo più serrato e una maggiore attenzione sugli "scontri a fuoco", la versione casalinga è più concentrata sull'esplorazione dei livelli e la totale comprensione dei piccoli, semplicissimi enigmi che vi sono stati aggiunti.
In generale, si tratta di un gioco semplice e relativamente breve, ma molto carino e divertente, per quanto non particolarmente "nuovo" o innovativo: fa il suo dovere e strappa più di un sorriso, e quello che l'arcade offre in quanto a ritmo di gioco e spettacolarità visiva, la versione da casa offre in termini di profondità e gameplay, oltre a restituire l'avventura alla sua legittima proprietaria.
Chi è fan di Rumiko Takahashi, o vuole un'avventura semplice e colorata, troverà ciò che cerca in Momoko 120%-Urusei Yatsura: Lum no Wedding Bell, gioco (o coppia di giochi) che ben si inserisce nell'estetica e nella "tradizione" dei platform dei suoi tempi.
Impiegato A: "Ok, abbiamo fatto questo gioco di Lamù, ma non abbiamo avuto i diritti per la versione arcade, quindi l'abbiamo dovuto cambiare, avete tolto tutti gli elementi presi dalla serie?"
Impiegato B: "Certo, abbiamo eliminato tutti quegli elementi grafici che facevano riferimento a Lamù, signore"
Impiegato A: "Grafici? E la musica?"
Impiegato B:
Battute a parte, il gioco si presenta come il classico platform da prima metà anni '80, con livelli sviluppati più in verticale che in orizzontale, e la necessità di "scalarli" per riuscire ad uscirne.
Nella fattispecie, Momoko deve raggiungere la cima di ogni edificio in cui si trova sfruttando scale mobili, trampolini e altre soluzioni simili, cercando di non perdere troppo tempo perché (non si sa come mai) ogni edificio è in fiamme, e quindi rischia di essere raggiunta e perdere una vita.
In giro per i livelli ci sono numerosi mostri alieni che cercano di impedirle di raggiungere la salvezza (rappresentata da un dirigibile a cui appendersi sul tetto di ogni palazzo), ma lei può difendersi con una pistola potenziabile tramite i power-up rilasciati dai nemici più ostici.
Ogni livello rappresenta una diversa fase degli studi di una persona: scuola materna, elementari, medie, superiori e università, e Momoko "cresce" alla fine di ogni livello, cambiando aspetto ogni volta.
La versione per NES mantiene la medesima struttura, ma mantiene anche la licenza di Lamù: l'eroina di Rumiko Takahashi si ritrova coinvolta in un terremoto spazio-temporale che la fa viaggiare avanti e indietro lungo la sua infanzia, e come Momoko "cresce" di livello in livello, cercando di ricongiungersi al suo adorato Ataru.
Non impugna un'arma, ma si difende dai nemici sparando i suoi tipici fulmini dalle dita, e i mostri cambiano pattern d'attacco e, talvolta, punti deboli, oltre che aspetto.
Cambia d'aspetto anche il mezzo di fuga della protagonista, che diventa il suo UFO, con cui scappare dall'edificio di turno (sempre in fiamme).
In generale, se l'arcade ha un ritmo più serrato e una maggiore attenzione sugli "scontri a fuoco", la versione casalinga è più concentrata sull'esplorazione dei livelli e la totale comprensione dei piccoli, semplicissimi enigmi che vi sono stati aggiunti.
In generale, si tratta di un gioco semplice e relativamente breve, ma molto carino e divertente, per quanto non particolarmente "nuovo" o innovativo: fa il suo dovere e strappa più di un sorriso, e quello che l'arcade offre in quanto a ritmo di gioco e spettacolarità visiva, la versione da casa offre in termini di profondità e gameplay, oltre a restituire l'avventura alla sua legittima proprietaria.
Chi è fan di Rumiko Takahashi, o vuole un'avventura semplice e colorata, troverà ciò che cerca in Momoko 120%-Urusei Yatsura: Lum no Wedding Bell, gioco (o coppia di giochi) che ben si inserisce nell'estetica e nella "tradizione" dei platform dei suoi tempi.
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