Gall Force-Eternal Story: una space opera tutta al femminile

Le storie a tema spaziale, un po' per "colpa" dell'operato cinematografico di George Lucas, un po' per via dei numerosi fumetti a tema fantascientifico, un po' per i tanti videogiochi che ai tempi sfruttavano il nero dello spazio profondo per ovviare a limiti tecnici, negli anni ottanta prosperavano come mai prima, e nella terra del Sol Levante, anche a seguito dell'uscita di Gundam del maestro Tomino, il binomio "robot giganti+spazio profondo" fu oggetto di diverse opere di successo più o meno grande.
Questo Gall Force-Eternal Story, in particolare, è un lungometraggio ispirato a dei fotoromanzi realizzati con dei modellini (lo so che sembra assurdo) con protagonista un gruppo di ragazze in viaggio verso una terra promessa.

Un logo che più anni ottanta non si può

La squadra di eroine fa parte di una razza di sole donne (come si riproducano non è dato sapere) in guerra da secoli con un'altra razza aliena, composta però da mostracci brutti, giusto per distinguersi bene.
Per una serie di incidenti da battaglia le ragazze si trovano separate dal resto dell'esercito, e si vedono costrette a raggiungere la meta da sole, ma lungo il cammino (spaziale, a bordo del loro veicolo fantascientifico) scopriranno piani segreti di entrambi i fronti e verità "scomode", dovendo affrontare molte difficoltà e prendendo decisioni, talvolta, difficili.
Si avverte una certa "frammentazione" nella narrazione, segno che si è probabilmente tenuto fin troppo fede alla fonte originale, ma questo non danneggia particolarmente l'opera, anche se si può avere la sensazione che forse, più che un film, sarebbe stato più saggio farne una serie anime breve.


Il vero punto forte del film è, però, il lato tecnico: ogni occasione è buona per mettere in mostra la bontà del design delle ragazze protagoniste (al centro anche di un paio di scene di fanservice, che non va però oltre la classica doccia e non si prende, per fortuna, troppo tempo rispetto alla narrazione vera e propria) e del mecha design di astronavi, jet spaziali, esoscheletri e robot vari, a pari passo con la qualità delle animazioni, complete delle tipiche esplosioni alla "siamo alla fine del ventesimo secolo", qui però tra migliaia di mezzi di trasporto dal bellissimo effetto metallico.
Della medesima qualità sono le musiche, con sonorità legate al tipico pop di quegli anni e la presenza di ben tre canzoni, due ad accompagnare due intermezzi particolarmente importanti e una per i titoli di coda.
Brani decisamente adatti a chi ama il J-Pop/J-Rock anni ottanta, soprattutto i ritmi un po' più lenti e da ballata.


Alla fine, Gall Force-Eternal Story si dimostra un film piacevole, che non si eleva allo status di capolavoro assoluto ma che si lascia guardare e seguire tranquillamente.
E al di là del suo valore "nudo e crudo", ha un grande valore aggiuntivo, che definirei "valore del senno di poi": ai tempi è stato probabilmente un film come tanti altri, ma oggi risulta avere il punto di forza aggiuntivo del racchiudere appieno l'impronta stilistica dell'anime di fantascienza anni ottanta, facendosi apprezzare anche solo per il suo essere "uno dei tanti dei tempi che furono", offrendoci un'occasione in più per apprezzare uno stile inevitabilmente superato e abbandonato.
Tra l'altro, ho avuto modo di notare come alcuni dettagli e risvolti di trama del film si ricolleghino a scelte narrative (effettive o abortite) di un altro anime/manga, tutto al femminile, dove tra le protagoniste e i pianeti c'è un certo legame...
Possibile che princess Naoko si sia ispirata anche a Gall Force, per partorire quello che sarà uno dei picchi massimi di fumetto e animazione giapponese anni novanta?
Se così fosse, tanto di cappello, una volta di più, a Eluza, Rabby, Catty e socie!

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