Sexy Commando Gaiden: una piccola perla idiota
Per quanto nei cuori dei giapponesi ci siano spesso e volentieri anime celebri anche nel resto del mondo, tra i preferiti di molti trovano spazio anche opere di scarsa reperibilità, come quelle appartenenti al passato e senza una certa risonanza dovuta a questa o quella operazione nostalgia.
Una di queste opere, almeno dal mio punto di vista, è Sexy Commando Gaiden: Sugoi-yo Masaru-san!!, opera che di sexy ha solo il nome in realtà, ma che viene considerata dai giapponesi come una delle più divertenti di sempre...
Sexy Commando Gaiden nasce, come altri celebri lavori d'animazione, come manga sulle pagine di Weekly Shounen Jump, dal 1995 al 1997, per poi venire trasposto in anime nel 1998.
L'ambientazione è quella tipica dei manga di quel target e genere (quello demenziale), scolastica, con il classico pretesto narrativo del protagonista (Fuumin) appena trasferitosi in un nuovo istituto.
Qui fa la conoscenza del reale personaggio principale della serie, il Masaru del titolo, un ragazzo estremamente naif e con una concezione dei rapporti sociali tutta sua, che è stato tre mesi in eremitaggio per imparare un'arte marziale segreta, la cosiddetta Sexy Commando.
Quest'antica arte si presenta come "la più potente di tutte", perché si basa su un concetto particolare: distrarre il nemico con atteggiamenti surreali per fargli abbassare la guardia, e poi abbatterlo con un normalissimo colpo ben assestato.
Come si può evincere dalla sigla, il nonsense e la comicità a briglia sciolta la fanno da padrone all'interno della serie, dato che un gran numero di scene apparentemente senza senso si alterna sulle note di una meravigliosa canzone della band visual key Penicillin, e nel marasma generale questa finisce per fare addirittura capolino in carne e ossa in mezzo alle scene animate.
C'è, tuttavia, una parvenza di filo logico nelle scene mostrate: sono, in realtà, tutti riferimenti ad altre sigle più o meno famose, tra cui molte a cui ha lavorato il regista di Sexy Commando Gaiden: Akitaro Daichi, a cui dobbiamo opere animate come Nurse Angel Ririka SOS, Akazukin Chacha (di cui riparleremo brevemente in futuro) e soprattutto Rossana, in originale Kodomo no Omocha, che ha avuto un notevole riscontro di pubblico a inizio millennio, con la trasmissione su Italia 1.
Se già Rossana era famoso, tra le altre cose, per quel suo lato un po' folle ed energico che aiutava ad affrontare i momenti più difficili della storia, immaginate quanto il regista possa aver trovato terreno fertile in una serie che già di suo, su carta, è fuori come un balcone, e non a caso l'opera viene riproposta in animazione in scala 1:1, con le medesime scene, inquadrature e battute del fumetto originale, in un formato, ai tempi piuttosto inusuale, di episodi da cinque minuti ciascuno.
In questi cinque minuti può succedere, però, tutto e tutto il contrario di tutto: Masaru si ritrova ad affrontare teppisti, organizzazioni losche, a dover cercare di aprire il club scolastico del Sexy Commando, ad avere a che fare con carinissimi alieni e persino a partecipare ad un torneo, classico cliché dei manga per ragazzi dell'epoca.
Il tutto, però, raccontato facendo perennemente il verso ai luoghi comuni che il manga stesso tende ad usare, in una sorta di parodia mascherata (e parodia della società) dai toni perennemente surreali, dalle gag serratissime e dalla scarsissima prevedibilità.
C'è sempre questa sorta di "anima ribelle" contro ogni logica possibile, in Sexy Commando Gaiden, che fa di tutto per andare contro il senso comune, contro ciò che l'anime stesso mostra e rappresenta: ogni episodio si apre con una voce femminile e una maschile contrapposte, la prima che consiglia di abbassare il volume del televisore per non disturbare i vicini, la seconda che consiglia di alzare il volume al massimo perché la serie è stata realizzata in stereo hi-fi.
Forse è proprio questo il punto, la spina dorsale dell'opera: questa è consapevole di essere un manga, o un anime, e di conseguenza si può permettere di fare tutto e tutto il contrario di tutto.
E di prendersi gioco delle regole non scritte del genere, prendersi gioco dello spettatore con messaggi ironici o satirici prima dell'inizio della puntata, prendersi gioco di se stesso e dei suoi autori, persino.
Forse, la sua vera forza sta proprio nel suo "coraggio", non perché affronta chissà quali tematiche, ma perché arriva al punto di diventare un "meta-anime" e fare ironia sul suo orario di trasmissione o sulle persone che ci lavorano, anni prima che lo facesse un'altra opera simile, Gintama.
Rimane da capire perché, ricordi di molti fan a parte, di Sexy Commando Gaiden sia stato tramandato ben poco ai posteri, tra campagne pubblicitarie quasi nulle, poco merchandising, pochi riferimenti: eppure si trattava indubbiamente di un prodotto di qualità, quindi certo non meritevole di essere accantonato.
Fortunatamente, non è impossibile da reperire nei meandri del web, e merita sicuramente un po' d'attenzione da parte degli amanti del genere umoristico.
Anche solo per la sigla.
Una di queste opere, almeno dal mio punto di vista, è Sexy Commando Gaiden: Sugoi-yo Masaru-san!!, opera che di sexy ha solo il nome in realtà, ma che viene considerata dai giapponesi come una delle più divertenti di sempre...
Sexy Commando Gaiden nasce, come altri celebri lavori d'animazione, come manga sulle pagine di Weekly Shounen Jump, dal 1995 al 1997, per poi venire trasposto in anime nel 1998.
L'ambientazione è quella tipica dei manga di quel target e genere (quello demenziale), scolastica, con il classico pretesto narrativo del protagonista (Fuumin) appena trasferitosi in un nuovo istituto.
Qui fa la conoscenza del reale personaggio principale della serie, il Masaru del titolo, un ragazzo estremamente naif e con una concezione dei rapporti sociali tutta sua, che è stato tre mesi in eremitaggio per imparare un'arte marziale segreta, la cosiddetta Sexy Commando.
Quest'antica arte si presenta come "la più potente di tutte", perché si basa su un concetto particolare: distrarre il nemico con atteggiamenti surreali per fargli abbassare la guardia, e poi abbatterlo con un normalissimo colpo ben assestato.
Come si può evincere dalla sigla, il nonsense e la comicità a briglia sciolta la fanno da padrone all'interno della serie, dato che un gran numero di scene apparentemente senza senso si alterna sulle note di una meravigliosa canzone della band visual key Penicillin, e nel marasma generale questa finisce per fare addirittura capolino in carne e ossa in mezzo alle scene animate.
C'è, tuttavia, una parvenza di filo logico nelle scene mostrate: sono, in realtà, tutti riferimenti ad altre sigle più o meno famose, tra cui molte a cui ha lavorato il regista di Sexy Commando Gaiden: Akitaro Daichi, a cui dobbiamo opere animate come Nurse Angel Ririka SOS, Akazukin Chacha (di cui riparleremo brevemente in futuro) e soprattutto Rossana, in originale Kodomo no Omocha, che ha avuto un notevole riscontro di pubblico a inizio millennio, con la trasmissione su Italia 1.
Se già Rossana era famoso, tra le altre cose, per quel suo lato un po' folle ed energico che aiutava ad affrontare i momenti più difficili della storia, immaginate quanto il regista possa aver trovato terreno fertile in una serie che già di suo, su carta, è fuori come un balcone, e non a caso l'opera viene riproposta in animazione in scala 1:1, con le medesime scene, inquadrature e battute del fumetto originale, in un formato, ai tempi piuttosto inusuale, di episodi da cinque minuti ciascuno.
In questi cinque minuti può succedere, però, tutto e tutto il contrario di tutto: Masaru si ritrova ad affrontare teppisti, organizzazioni losche, a dover cercare di aprire il club scolastico del Sexy Commando, ad avere a che fare con carinissimi alieni e persino a partecipare ad un torneo, classico cliché dei manga per ragazzi dell'epoca.
Il tutto, però, raccontato facendo perennemente il verso ai luoghi comuni che il manga stesso tende ad usare, in una sorta di parodia mascherata (e parodia della società) dai toni perennemente surreali, dalle gag serratissime e dalla scarsissima prevedibilità.
C'è sempre questa sorta di "anima ribelle" contro ogni logica possibile, in Sexy Commando Gaiden, che fa di tutto per andare contro il senso comune, contro ciò che l'anime stesso mostra e rappresenta: ogni episodio si apre con una voce femminile e una maschile contrapposte, la prima che consiglia di abbassare il volume del televisore per non disturbare i vicini, la seconda che consiglia di alzare il volume al massimo perché la serie è stata realizzata in stereo hi-fi.
Forse è proprio questo il punto, la spina dorsale dell'opera: questa è consapevole di essere un manga, o un anime, e di conseguenza si può permettere di fare tutto e tutto il contrario di tutto.
E di prendersi gioco delle regole non scritte del genere, prendersi gioco dello spettatore con messaggi ironici o satirici prima dell'inizio della puntata, prendersi gioco di se stesso e dei suoi autori, persino.
Forse, la sua vera forza sta proprio nel suo "coraggio", non perché affronta chissà quali tematiche, ma perché arriva al punto di diventare un "meta-anime" e fare ironia sul suo orario di trasmissione o sulle persone che ci lavorano, anni prima che lo facesse un'altra opera simile, Gintama.
Rimane da capire perché, ricordi di molti fan a parte, di Sexy Commando Gaiden sia stato tramandato ben poco ai posteri, tra campagne pubblicitarie quasi nulle, poco merchandising, pochi riferimenti: eppure si trattava indubbiamente di un prodotto di qualità, quindi certo non meritevole di essere accantonato.
Fortunatamente, non è impossibile da reperire nei meandri del web, e merita sicuramente un po' d'attenzione da parte degli amanti del genere umoristico.
Anche solo per la sigla.
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