Pokémon Snap: breve storia di un successo (quasi) improvvisato
La serie Pokémon è celebre per il suo successo colossale in ogni campo, ma qualcosa che sanno in meno è che il successo, in origine, non fu immediato: i videogiochi originali cominciarono a vendere in maniera esponenziale solo dopo un po' di tempo dall'uscita, grazie al passaparola dei fan.
Ancora meno gente sa che uno dei primi e più apprezzati spin-off della serie, Pokémon Snap, originariamente parlava di tutt'altro.
I piani iniziali, infatti, prevedevano un gioco per il Nintendo 64DD ispirato alla favola Jack and the Beanstalk, nota anche come Giacomino e il Fagiolo Magico.
Di Jack and the Beanstalk in realtà non si seppe più nulla dopo il suo annuncio, a febbraio del 1995, ed ecco che un anno dopo i Pokémon entrano in scena, con i videogiochi per Game Boy, e la serie anime, e i manga, e tutto il resto di merchandising dal successo mostruoso.
Il leggendario Satoru Iwata, coinvolto nel progetto, rivelò che "il gioco prevedeva che si andasse in giro a fare foto, ma mancavano le motivazioni del perché farlo, e lo sviluppo si trovò a uno stato di stallo.
A quel punto ci venne l'idea di permettere al giocatore di fare foto ai Pokémon".
Il triste destino portò il gioco ad essere spostato dal fallimentare 64DD al più florido Nintendo 64, ma fu l'unica scelta possibile, e diede ottimi risultati.
Il carisma dei mostri di Game Freak e un'azzeccata collaborazione con Blockbuster (dove era possibile stampare le proprie foto, portando la cartuccia del gioco) fecero in modo che Pokémon Snap risultasse un successo commerciale notevole.
Ma come funzionava il gioco in sé e per sé?
Il giocatore interpreta un fotografo di nome Todd Snap, incaricato dal professor Oak di recarsi su una certa isola a scattare foto di Pokémon per le sue ricerche.
Il gioco è affrontato in prima persona, su rotaie seguendo un percorso ben stabilito, a bordo dello ZERO-ONE, un bizzarro veicolo per terra e acqua che si muove da solo seguendo un percorso (quasi) fisso.
Affrontando un livello, il giocatore deve essere veloce a fotografare i Pokémon che incontra nelle migliori pose possibili, e la possibilità di ottenere nuovi equipaggiamenti con cui far interagire i Pokémon (e quindi ottenere varianti migliori), come ad esempio frutta o il Poké Flauto, lo spinge a rigiocare più volte un medesimo livello.
Molti Pokémon presenti nel gioco vengono mostrati per la prima volta con grafica poligonale, e molti altri presentano voci in giapponese nonostante nella versione occidentale dell'anime avessero una voce diversa (perché, non si sa).
Il gioco viene inoltre considerato precursore di altri prodotti simili, come Beyond Good & Evil e Dead Rising.
Insomma, per quanto la genesi di Pokémon Snap fu travagliata, si trattò indubbiamente di un gioco di successo e che, nonostante gli anni passati, è tuttora nel cuore dei fan.
Tanto che, quando venne rilasciato per la Virtual Console della Nintendo Wii, venne data la possibilità di scambiarsi le foto realizzate tra amici, tramite la bacheca virtuale della console.
Molti auspicano un seguito, compresa la stessa Pokémon Company, e chissà, tra l'esplosione dei dispositivi mobile e le nuove tecnologie, prima o poi potrebbe arrivare una nuova avventura per Todd e per i fotografi Pokémon.
Ancora meno gente sa che uno dei primi e più apprezzati spin-off della serie, Pokémon Snap, originariamente parlava di tutt'altro.
I piani iniziali, infatti, prevedevano un gioco per il Nintendo 64DD ispirato alla favola Jack and the Beanstalk, nota anche come Giacomino e il Fagiolo Magico.
Cioè, questo ti sembra Giacomino? |
Il leggendario Satoru Iwata, coinvolto nel progetto, rivelò che "il gioco prevedeva che si andasse in giro a fare foto, ma mancavano le motivazioni del perché farlo, e lo sviluppo si trovò a uno stato di stallo.
A quel punto ci venne l'idea di permettere al giocatore di fare foto ai Pokémon".
Il triste destino portò il gioco ad essere spostato dal fallimentare 64DD al più florido Nintendo 64, ma fu l'unica scelta possibile, e diede ottimi risultati.
Il carisma dei mostri di Game Freak e un'azzeccata collaborazione con Blockbuster (dove era possibile stampare le proprie foto, portando la cartuccia del gioco) fecero in modo che Pokémon Snap risultasse un successo commerciale notevole.
Ma come funzionava il gioco in sé e per sé?
Questo si guarda da vicino o da lontano? |
Il gioco è affrontato in prima persona, su rotaie seguendo un percorso ben stabilito, a bordo dello ZERO-ONE, un bizzarro veicolo per terra e acqua che si muove da solo seguendo un percorso (quasi) fisso.
Affrontando un livello, il giocatore deve essere veloce a fotografare i Pokémon che incontra nelle migliori pose possibili, e la possibilità di ottenere nuovi equipaggiamenti con cui far interagire i Pokémon (e quindi ottenere varianti migliori), come ad esempio frutta o il Poké Flauto, lo spinge a rigiocare più volte un medesimo livello.
Molti Pokémon presenti nel gioco vengono mostrati per la prima volta con grafica poligonale, e molti altri presentano voci in giapponese nonostante nella versione occidentale dell'anime avessero una voce diversa (perché, non si sa).
Il gioco viene inoltre considerato precursore di altri prodotti simili, come Beyond Good & Evil e Dead Rising.
Insomma, per quanto la genesi di Pokémon Snap fu travagliata, si trattò indubbiamente di un gioco di successo e che, nonostante gli anni passati, è tuttora nel cuore dei fan.
Tanto che, quando venne rilasciato per la Virtual Console della Nintendo Wii, venne data la possibilità di scambiarsi le foto realizzate tra amici, tramite la bacheca virtuale della console.
Molti auspicano un seguito, compresa la stessa Pokémon Company, e chissà, tra l'esplosione dei dispositivi mobile e le nuove tecnologie, prima o poi potrebbe arrivare una nuova avventura per Todd e per i fotografi Pokémon.
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