I Cartoons: una band figlia della loro epoca, anche troppo

La musica, notoriamente, è legata a doppio filo con l'epoca in cui viene composta.
Allo stesso modo, i gruppi musicali spesso e volentieri riflettono nel loro look le mode e tendenze dei loro tempi, ma in casi come questo si è esagerato un po'.
Ed è andato, forse, benissimo così.
La sobrietà
I Cartoons erano una band assurda danese di fine anni novanta, che basava tutta la sua essenza sui, uh, Looney Tunes, che in quegli anni vedevano una colossale rinascita partita a inizio decennio dai giovanili Tiny Toons di Spielberg, e i cartoni animati di Hannah & Barbera, che a loro volta vedevano un nuovo periodo di prosperità.
Uniamo i Looney Tunes a uno dei generi musicali più in voga in quegli anni, l'eurodance, e il gioco è fatto.
Sorge però un ovvio dubbio: come diavolo si possono tradurre i Looney Tunes in musica?

Più o meno così
Presto detto: si inventa il technobilly: genere musicale che unisce la techno più "leggera" a una serie di cover musicali di brani rockabilly anni cinquanta, anni in cui Bugs Bunny, Willy il Coyote e scemi colleghi imperversavano al cinema prima e in TV poi (quando l'hanno inventata), si aggiungono un paio di brani che citano i personaggi in maniera più evidente (Doohdah è, originariamente, un brano di musica popolare americana dell'800 canticchiato continuamente dal gigantesco gallo Foghorn Leghorn, mentre in Let's go Childish vengono mixati al cantato gli sbiascichi da balbuzie di Porky Pig) e il gioco è fatto.


Ovviamente il look fuori di testa dei vari membri era parte fondamentale del loro fascino, con le chitarre a pistola, i prati sulla giacca e i capelli da Elvis, ma, probabilmente, questa eccessiva "contemporaneità" del loro spirito li ha resi, come si dice in gergo, di rapida obsolescenza: il primo album, del 1998 (un anno e spizzichi dopo Space Jam) è di ottimo successo, ma il secondo, del 2001, passa molto più inosservato, e questo perché nel 2001 sia la dance che l'immaginario a cartoni si erano evoluti prepotentemente (colpa, nel secondo caso, soprattutto dei Pokémon, che rubarono l'attenzione a qualsiasi altro prodotto per ragazzi in qualsiasi mercato).
Questo li rende, forse, la band nostalgica definitiva, nata con forti richiami ad altri tempi e talmente contemporanea ai suoi che già un paio d'anni dopo sembra troppo antica.

Non aiuta ad affievolire la nostalgia il fatto che nel 2016 la corista Boop se ne sia andata per colpa del cancro, e che giusto un paio di mesi fa, nell'aprile del 2019, sia stata raggiunta dal guerrafondaio chitarrista Shooter.
Tornerò nuovamente, in futuro, su questo gruppo di matti per parlarne in maniera approfondita, quando dei progettini che ho in mente potranno vedere la luce, ma per ora limitiamoci a ricordare con un sorriso questi dei del kitsch.

Commenti

  1. Argh, mi hai anticipato!
    Però non citi gli Aqua, che secondo me erano stati fondamentali per i Cartoons.
    In ogni caso, non sapevo della dipartita dei due... mi dispiace.

    Moz-

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    Risposte
    1. Ho lasciato fuori gli Aqua, in realtà, un po' perché, nonostante genere e nazionalità identiche, non ho questa gran certezza che fossero fonte d'ispirazione vera e propria, e un po' perché parlerò sicuramente anche di loro in futuro, e potrò fare le dovute riflessioni solo dopo aver "studiato" più attentamente l'epoca.
      Ero a conoscenza della scomparsa della corista, ma della recente dipartita del chitarrista non sapevo nulla: il lato negativo di fare questo genere di post

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    2. Vero.
      Il tempo passa (sono già venti anni...) e le cose cambiano.

      Moz-

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